Pasolini e il cinema

Pasolini e il cinema. Parola, visione, mito di Gian Piero Brunetta esplora l’eredità filmica e intellettuale di Pier Paolo Pasolini. Il volume edito da Carocci ripercorre la centralità della parola, il ruolo del mito, il contributo teorico e la visione estetica segnata da un futuro cupo e disperato.

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A cinquant’anni dalla scomparsa, Pier Paolo Pasolini resta una figura centrale del panorama culturale e cinematografico. La sua opera continua a suscitare dibattito, riflessione e confronto critico in un dialogo costante con studiosi, spettatori e ricercatori di ogni generazione. Il volume Pasolini e il cinema. Parola, visione, mito, edito da Carocci e firmato da Gian Piero Brunetta, si inserisce in questo scenario con l’obiettivo di analizzare la complessità del percorso artistico di Pasolini, tra parola, immagine e mito.

La parola come origine della visione

Il libro sottolinea come la parola sia stata il punto di partenza per la costruzione del linguaggio cinematografico pasoliniano. La prima fase della sua produzione è infatti fortemente legata alla dimensione letteraria, segno di un legame indissolubile fra scrittura e cinema. Brunetta mostra come questa tensione abbia dato vita a un immaginario originale, destinato a influenzare la storia del cinema.

Il mito e i classici al centro dell’opera

Con il passare del tempo, la ricerca di Pasolini si sposta verso il mito e la tradizione classica. È in questo orizzonte che trova alimento la sua visione di un’arte capace di interrogare il presente attraverso simboli universali. La tradizione artistica diventa quindi non solo memoria culturale, ma anche terreno di rinnovamento del linguaggio filmico.

Un intellettuale nel dibattito teorico

Negli anni Sessanta, Pasolini si inserisce con forza nel dibattito teorico e semiologico, portando contributi che hanno segnato lo sviluppo delle riflessioni sul cinema e sui suoi linguaggi. Questa dimensione lo colloca fra i protagonisti di una stagione culturale segnata da profondi cambiamenti.

Una ricerca estetica senza speranza

Il percorso critico ricostruito da Brunetta si conclude con l’analisi dell’ultima fase dell’opera pasoliniana. Una ricerca tesa verso la bellezza e verso immagini di realtà edeniche, che si accompagna tuttavia a una visione cupa e disperata del futuro, percepito come atroce e infernale.

L’autore: Gian Piero Brunetta

Gian Piero Brunetta è professore emerito di Storia del cinema presso l’Università degli Studi di Padova. Nella sua carriera ha pubblicato numerose opere fondamentali, fra cui tre diverse storie del cinema italiano, l’ultima delle quali aggiornata al 2023. Ha diretto la monumentale Storia del cinema mondiale edita da Einaudi ed è stato insignito nel 2017 del premio Feltrinelli dei Lincei per la Storia del cinema.

Pasolini e il cinema

Pasolini e il cinema. Parola, visione, mito si propone come un punto di riferimento per comprendere la complessità dell’opera pasoliniana e la sua influenza ancora viva sul cinema contemporaneo. Il lavoro di Brunetta invita a rileggere Pasolini come autore che continua a dialogare con il presente, oscillando tra la ricerca estetica e l’angoscia per il destino del mondo. (La redazione)

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