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Recensione: Terry Callier – Hidden Conversations (2009)

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Non è da tutti iniziare la carriera artistica nel lontano 1964 con The New Folk Sound of Terry Callier, dare alle stampe diversi album di buona qualità (tra cui quel What Colour Is Love del 1973 che molti di noi conoscono), sparire dalle scene musicali agli inizi degli anni ’80 per dedicarsi all’insegnamento dell’informatica presso l’Università di Chicago e poi tornare rigenerato, a metà degli anni ’90, con lo stesso entusiasmo e con la stessa passione degli esordi che lo portano fino a questo favoloso Hidden Conversations datato 2009.[1] Non è da tutti quindi, ma di sicuro lo è per Terry Callier che, in barba all’età e ai trend di un’industria discografica allo sbando, conferma la sua naturale e raffinata evoluzione soul jazz attraverso un album di canzoni estremamente magnetiche e dagli impianti trip hop. Un lavoro che mescola sapientemente elettronica, blues, soul, dub, rap, acid jazz, ritmi tropicali e piccole dosi di psichedelia in un crescendo di suggestioni sonore dove la voce del sessantaquattrenne musicista dell’Illinois ci incanta e ci accarezza l’anima come poche altre grandi voci sanno ancora fare. Un album superiore alla media che vede, oltretutto, la partecipazione di Robert Del Naja dei Massive Attack e che ci piace collocare – nel baccano musical-mediatico dei nostri tempi – tra le migliori produzioni discografiche dell’anno, e forse anche di Terry Callier; un artista “attuale” capace di rinnovarsi e di regalarci emozioni uniche e inconfondibili senza perdere quello smalto e quella profondità espressiva alla maniera di Curtis Mayfield (1942-1999) e di Aaron Neville. Insomma, avete capito bene, se state inseguendo la next big thing pronta a dileguarsi nel giro di un’estate o qualche vecchio urlatore stanco e rammollito disposto a prodursi, con un giubbetto di pelle ricoperto di teschi e di borchie varie, in penose e debordanti acrobazie chitarristiche – casomai in preda a un attacco di cuore, giusto per accontentare qualche nostalgico fan e per dimostrare che, tutto sommato, il rock duro e puro è ancora vivo e pulsante – beh, sicuramente avete sbagliato recensione. (Luca D’Ambrosio)

[1]Terry Callier è morto il 28 ottobre 2012, la recensione è stata scritta e pubblicata su ML – Update n. 66 del 15 luglio 2009


✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 31 Marzo 2014

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