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Wedge – Killing Tongue, 2018 | Recensione

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Il secondo disco dei tedeschi Wedge era uno degli album più attesi in ambito retro-rock degli ultimi anni in virtù di un debutto eccezionale e di un’attesa protratta fino alla soglia dei quattro anni e che ora viene finalmente saziata con un’uscita discografica preludio a un nuovo tour europeo che toccherà generosamente anche il nostro paese. Rituali, quelli discografici e quelli concertistici, che sono un eterno, ossequioso ed esaltante omaggio all’epoca in cui il rock lanciava in aria fuochi d’artificio e tutti stavano a guardare col naso all’insù.

Gli anni dei Grand Funk Railroad, dei Free, dei Deep Purple, degli Atomic Rooster, dei Santana, dei Mountain, degli Who. Di quel rock maestoso che aveva ormai rotto la crosta rock and roll che lo aveva protetto alla nascita e che adesso avanzava già con passi da rettile gigante.
Un po’ come quello disegnato da Kiryk Drewinski (vocalist/chitarrista della band ma anche uno dei migliori grafici sulla piazza europea) sulla retro-copertina di questo Killing Tongue, lavoro che non delude quelle attese di cui parlavo in apertura.

I Wedge si confermano custodi di un’idea del rock sicuramente superata ma sempre vivida. Muoversi tra i loro riff è un po’ come aggirarsi fra le casse di un rigattiere, scivolare dentro il labirinto della memoria e attendere che l’adrenalina ne riempia il disegno come una striscia di mercurio. Oppure, se preferite gli ambienti all’aria aperta, è come camminare su un sentiero che costeggia le montagne più alte del rock aspettando che da un momento all’altro possano franarci addosso. Cosa che in effetti avviene, soprattutto quando nella seconda metà del disco massi hendrixiani (Alibi) e rocce sabbathiane (Who Am I?) si scaraventano dall’alto e si trascinano a valle.

Per chi avesse bisogno di riferimenti più recenti, potremmo definire i margini della loro proposta chiamando alla mente i primi Wolfmother da un lato e la band dell’ex Corvo Nero Chris Robinson dall’altra e affiancando loro qualche colosso del giro Tee Pee come Kadavar o Atomic Bitchwax.

Ecco, se conoscete uno solo dei luoghi descritti, saprete trovarvi a vostro agio dentro la musica dei Wedge. Se invece inseguite a tutti i costi la novità per saziare il bisogno liquido di essere al passo coi tempi, è ovvio che questa non sarà la vostra crociera migliore. (Franco Dimauro)

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✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 30 Gennaio 2018

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