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Barrence Whitfield & the Savages – Soul Flowers of Titan, 2018 | Recensione | Streaming

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Cominciano ad arrivare i primi petardi del 2018. Uno bello grosso ce lo lancia Mr. Barrence Whitfield da Boston. Anzi, stavolta da Cincinnati. Uno che alla soglia dei settant’anni canta ancora come il Mike Chandler a vent’anni.

Soul Flowers of Titan è un disco di quelli belli luridi. È soul, è garage, è blues, è rockabilly. Una belva con la testa di Andre Williams e il corpo dei Sonics che ti prende il culo a morsi.

Non vi spiazzi il nuovo vezzo di Barrence di agghindarsi come Sun Ra: il suono dei Savages è un omaggio al sound da latrina soul di etichette come King, DeLuxe e Federal, le stesse dove grondava il sudore nero di gente come Hank Ballard, Otis Williams e James Brown.

È il mondo che si è fermato al 1965 e non vuole saperne di andare avanti, perché non gliene fotte un cazzo di tutto quello che è venuto dopo. Si è bloccato nello stesso magico istante in cui i Sonics incidono Psycho, Wilson Pickett In the Midnight Hour, i Pharaohs Wooly Bully e Otis Redding Mr. Pitiful.

Si è fermato ancora cucciolo, ancora col sorriso sulle labbra e gli ormoni in circolo. Soul Flowers of Titan ci riporta a quel sorriso e a quel dosaggio ormonale. Potreste scoprire di averne bisogno, almeno quanto me. (Franco Dimauro)

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✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 21 Marzo 2018

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