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March – Safe & Unsound, 2018 | Recensione

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Maturità, estro, pop, sinteticità, caparbietà, freschezza, questi sono alcuni degli aggettivi con cui si potrebbe descrivere il nuovo disco del cantautore March. un ottimo puzzle di generi musicali e competenza artistica del settore che riesce a donare al panorama un disco pop/rock con tutti i giusti attributi.

Safe & Unsound è un disco dalla durata un pelo sopra la media ma che riesce e costringe in un certo senso l’ascoltatore a scoprire meglio il mondo di March, fatto indubbiamente di belle cose ed esperienze che hanno segnato l’artista a fondo.

Partendo con Long cold summer il vero manifesto dell’album possiamo renderci conto della pasta che andremo ascoltare di cui è fatto March. Una ballad pop/rock/elettronica che esplode con un ritornello orecchiabile che resta facilmente in mente, per poi passare a Hit or Miss, hit e singolone che potrebbe girare benissimo su un circuito radiofonico ad ampio raggio (come più o meno tutto il disco).

March si muove sulla stessa lunghezza d’onda anche per tutto quello che viene in seguito e ne sono dimostrazione brani come 17th Century e To be a Man tra le tracce personalmente preferite del disco.

Safe & Unsound si conclude in bellezza con un alternative mix di Private affair dodicesima traccia del disco che mostra ancora un altro volto del cantautore. Una continua metamorfosi che ci piace ascoltare e continuare ad ascoltare per vedere cosa ci riserverà il futuro artistico di questo versatile artista. (Renzo De Tomis)

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✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 16 Gennaio 2019

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