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Mario Calabresi – Spingendo la notte più in là (Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo) – 2007

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Ci sono dei libri che andrebbero letti assolutamente, non tanto per arricchire il proprio bagaglio culturale e le proprie conoscenze (cosa che non fa mai male) ma più che altro per non continuare a commettere quegli stessi madornali errori politici compiuti in Italia in quei maledetti anni ’70. Anni cosiddetti “di piombo” che hanno svelato il lato peggiore di un’Italia socialmente disastrata. Un’Italia iraconda che ha perseguito idealismi politici (di destra e di sinistra) attraverso ricatti, ritorsioni, sequestri, vendette e atti efferati che hanno prodotto soltanto una sequela di “crimini e misfatti” (per dirla alla Woody Allen benché riferita a un contesto differente) e che non hanno per niente giovato al nostro paese, bloccandone oltretutto l’evoluzione socio-culturale, e di cui paghiamo ancora oggi le conseguenze. Un’Italia estremamente violenta, incapace di dialogare, che ha ucciso in nome della giustizia e della democrazia gettando nello sconforto e nel dolore numerose famiglie di onesti lavoratori. Un’Italia insomma funestata dal terrorismo che il bravissimo Mario Calabresi ha saputo raccontare in maniera pacata, equilibrata e con profondo sentimento attraverso questo agevole libricino che prende spunto dalla strage di Piazza Fontana (12-12-1969), dalla morte di Giuseppe Pinelli (15-12-1969) e in particolar modo dalla scomparsa del papà, il commissario Luigi Calabresi ucciso il 17 maggio 1972 con due colpi di pistola. Un numero inverosimile di omicidi e di attentanti politici ma soprattutto una tragedia familiare personale rievocata prima attraverso lo sguardo e gli occhi di un bambino incosciente e poi attraverso il desiderio di conoscenza di un uomo alla ricerca della verità e di un perché. Una narrazione che sa essere tanto didascalica quanto poetica, che non scade mai nella pateticità e che in alcuni momenti riesce a essere addirittura ironica. Un libro che rivela l’immagine di uno Stato debole e indifferente capace di generare solamente scontri sociali mettendo in lotta dei gruppi di stupidi esaltati contro i “figli del popolo” (per dirla alla Pasolini); uno Stato insomma che soggiace alla smisurata ipocrisia di politici e di fanatici a discapito della vera sofferenza, quella delle famiglie delle vittime abbandonate a loro stesse. “Spingendo la notte più in là” è un libro che scopre con orgoglio e con dignità tutta la grandezza, il coraggio, il sacrificio e la tenacia di mamma Gemma in grado di educare, meravigliosamente e senza alcun livore, il proprio nucleo familiare nonostante tutto e tutti. Un bel racconto di vita vissuta, quindi, che andrebbe letto se non altro per scoprire dei piccoli e amorevoli episodi (come per esempio L’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters regalata da Giuseppe Pinelli a Luigi Calabresi) ma anche per non cadere in quelle stesse e tragiche situazioni di conflitto sociale in nome di una politica rossa, nera o verde che sia.

ML – UPDATE N. 69 (2010-01-31)