She’s on Drugs era la sigla iniziale di una trasmissione che conducevo presso una delle emittenti radiofoniche della mia cittadina. Era il 1990. Ricordo che tornavo a casa stanco morto da Roma. Ciononostante, appena varcata la porta della mia cameretta, racimolavo una decina di ellepi dallo scaffale, li mettevo sottobraccio e con passo spedito mi incamminavo verso gli studi della stazione radio locale. Mi sentivo bene. Lo giuro. Tutto intorno a me sembrava in perfetto equilibrio. E Cult of the Basement dei Jazz Butcher era una delle mie certezze. Uno di quei dischi che ancora oggi mi piace ascoltare quando mi sento mancare la terra sotto i piedi. (Luca D’Ambrosio)
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