C’è sempre una prima volta. E la prima volta per me è stata quando scoprii il mangiadischi verde dei miei genitori. Era così bello che iniziai a portarlo con me ovunque, anche se poi ci misi qualche giorno per comprenderne l’esatto funzionamento.
Credo che fosse verso la fine degli anni Settanta. Avrò avuto sette-otto anni e all’epoca abitavamo tutti nello stesso appartamento al quinto piano di un condominio distante appena un centinaio di metri dalla stazione. Per tutti intendo io, mio fratello più piccolo, i miei genitori, mia nonna materna e mia zia, la più piccola delle due sorelle di mamma.
Quel marchingegno tecnologico diventò ben presto il mio miglior amico. Difficilmente me ne separavo, anche perché la scoperta coincise con l’arrivo delle vacanze e quindi dell’estate.
Di quella sorta di dipendenza credo si fossero accorti quasi tutti i coinquilini, soprattutto mia nonna con la quale passavo la maggior parte del tempo a suon di canzoni come I can’t explain it dei McCoys.
The McCoys – I can’t explain it / Hang on Sloopy (Immediate Records, 1965)
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