
Ci sono cose che ti porti dentro e che mai e poi mai nessuno riuscirà a vedere, e tantomeno a giudicare. Cose che durano tutta la vita, insomma, come “Some Things Last A Long Time” di Daniel Johnston che dedico a tutte quelle persone che si sentono “indie” così come sono, anche senza farsi il risvoltino ai jeans, per esempio. (Luca D’Ambrosio)
Luca D’Ambrosio


Mi sveglio e mi accorgo di essermi spostato soltanto di un centimetro. Quel poco, però, per scorgere dalla finestra che anche oggi il sole splende alto. Come al solito a darmi manforte ci sono i miei dischi, i miei libri e la mia scrivania, benché i miei ricordi siano ancora lì, immobili e imperterriti, posti a sentinella del mio letto. Poi chiudo gli occhi, per un istante, e ripenso alle parole di “Either Way” dei Wilco e tutto, improvvisamente, diventa così normale e rassicurante. (Luca D’Ambrosio)
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Pillole quotidiane: L’Altra

All’epoca “Different Days”, appena venne pubblicato, mi convinse a metà, forse perché ero ancora abbagliato dalla bellezza di “In the Afternoon”. Ora invece, a distanza di alcuni anni e dopo diversi ascolti, la soglia del mio piacere si è alzata notevolmente. “Different Days”, infatti, anche se strutturalmente diverso dai lavori precedenti, è un album a suo modo stupendo. Intimo e cervellotico allo stesso tempo, come “It Follows Me Around” che ti entra lentamente nel cuore per poi improvvisamente strapparti l’anima. (Luca D’Ambrosio)
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Arriva improvvisamente nel silenzio assoluto della mia stanza togliendomi il respiro. Ho un nodo in gola e non riesco neanche più a deglutire. Il cuore mi batte forte, così forte che non riconosco più le cose e le persone che mi circondano. Allora mi alzo dal letto con un balzo felino, rivolgendo lo sguardo verso un punto qualsiasi della camera purché sia illuminato. Mi tocco continuamente, perché ho quasi l’impressione di aver perso il controllo del mio corpo. Cerco di riprendere il fiato, o almeno quel poco che rimane. Poi metto i piedi sul pavimento gelido muovendomi lentamente, a scatti, quasi tremando, finché non arrivo ad accendere la luce. Click! Ed è solo in quel momento che vengo attraversato da una sensazione di pace, come se quel sospirato bagliore avesse rimesso ogni cosa al proprio posto. Sorrido quasi incredulo. Subito dopo, però, scuoto la testa e ripenso a quella canzone dei Low. Ecco, avete presente Dark? “There are many things to be afraid of, like ghosts and death and climbing too high / There are many things to be afraid of, but don’t be afraid of the dark.” (Luca D’Ambrosio)

