Secondo un recente articolo pubblicato da Digital Music News – che cita come fonte un report di IFPI (Federazione internazionale dell’Industria Fonografica), che prende in considerazione il totale delle entrate registrate nel 2014 – il fatturato globale proveniente dal mercato discografico è ancora dominato dal CD con il 44.2%, il 24% dal download, il 4.2% dallo streaming sovvenzionato dalla pubblicità (su un totale di 14.8%), il 2% dal vinile, l’8% dai diritti d’autore (Performing & Synchronization rights), l’1.4% dal cosiddetto “Mobile Personalitation” e il 5.6% da altro. Alla base dei dati statistici emersi è singolare scoprire come il mercato del vinile sia solo del 2% (davvero un microcosmo) e che quello dello streaming sovvenzionato dalla pubblicità sia invece del 4,2%. A proposito di musica liquida ci preme riportare uno status pubblicato su Twitter da Geoff Barrow (produttore, compositore nonché membro dei Portishead) in cui evidenzia che dopo 34.000.000 di stream, al netto delle tasse, ha guadagnato 1.700 sterline. E per questo motivo “ringrazia” Apple, YouTube e Spotify e in particolar modo l’Universal Music Group (UMG) che vende la loro musica a un prezzo così basso. (La redazione)
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