La scena soul di Tel Aviv dei Faithful Brothers

Un album per ritrovare fiducia nel potere ecumenico della musica

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In questi giorni è difficile menzionare Israele senza prendere una posizione politica, ma noi crediamo che la musica serva per unire e non dividere, e da Tel Aviv i Faithful Brothers nel loro omonimo album di debutto, portano avanti un messaggio universale che non crede ai confini. 

Faithful, come pieni di fede, non in senso religioso ma verso la musica e scena northern soul e rhythm n blues, di cui Yashiv Cohen, DJ e fondatore della band, è un seguace. 

The Faithful Brothers sono Cohen appunto, già noto come voce della band Men Of North County, e i fratelli Johnnie e Bin Neeman, il cui cognome significa proprio “fedeli”. I fratelli Neeman sono figli di un diplomatico israeliano e sono cresciuti in giro per il mondo, venendo a contatto con realtà molto diverse e importando nella natia Tel Aviv un gran numero di 45 giri di soul poco conosciuto.

Irretiti da Cohen prima a diventare DJ nel suo Tel Aviv Soul Club, e poi a scrivere testi per composizioni originali, i fratelli hanno presto scoperto di voler essere molto più coinvolti, e la transizione verso suonare la chitarra e il pianoforte, fino a diventare una band completa di 8 elementi, è stata rapida.

Per l’album di debutto omonimo, uscito solo in vinile e digitale, niente CD, i Faithful Brothers si fanno portavoce di un suono ancorato negli anni 60, che ripropongono sì fedelmente, ma anche con un taglio molto personale. 

I dodici brani che compongono l’album vanno dalla strumentale soul Night Man all’hammond funk di Let’s Break (The Curfew), dalla cover del classico Crying Clown alle ballate come (Tell Me) One More Time.

E non dimentichiamoci i pezzi northern soul tutti da ballare su una pista piena di talco come Dance My Hurt Away e The Town I Live In, come del rhythm n blues uptempo di Downtown Baby Crossroads Of Love. Un album per ritrovare fiducia nel potere ecumenico della musica. (Adaja Inira)

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