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Musica migrante, il libro, a Campobasso

Venerdì 4 settembre sarò a Campobasso ospite di Sonika Poietika 2020, rassegna musicale che per questa seconda edizione ha adottato come motto la celebre definizione del filosofo francese Jacques Attali: “Il mondo non si guarda, si ode, e non si legge, si ascolta”.

L’appuntamento è presso il Palazzo GIL di Campobasso, alle ore 19:30, per parlare del mio libro, Musica migrante, con il giornalista e scrittore Donato Zoppo.

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Alla fine tutto torna. “A Hero’s Death” dei Fontaines D.C.

Alla fine tutto torna. La new wave, il post-punk, il college rock, ma soprattutto quella voglia di canzoni dannatamente graffianti e malinconiche come, per esempio, questa “You Said. La mia preferita del disco, almeno finora.

N.B. : foto in alto di Kman999 (Statue of Cuchulainn by Oliver Sheppard in the window of the GPO, Dublin – commemorating the 1916 rising)

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4 nuove onde sonore africane a Bari in Jazz 2020

Domenica 9 agosto, alle ore 12, avrò l’onore e il piacere di parlare di “4 nuove onde africane” a Capitolo, Monopoli, in occasione di Bari in Jazz 2020, con Gabin Dabiré e Valerio Corzani.

Per maggiori informazioni vi invito a consultare il programma del Festival metropolitano di Bari sul sito ufficiale.

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Musica migrante, il libro: due incontri nella città di Udine

Giovedì 30 luglio e venerdì 31 luglio sarò ospite dell’associazione Time For Africa di Udine per parlare del mio libro Musica migrante (Arcana edizioni, 2018).

Per maggiori informazioni vi invito a consultare il sito dell’associazione oppure l’evento creato su FB. A presto!

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Cos’è la nostalgia?

La nostalgia è un sentimento sul balcone.

Vero, Pallino? (L.D.)

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Il mercato del giovedì

Lo so, è un pensiero retorico, ovvio, scontato, fate voi, però le vecchie contadine che il giovedì mattina vengono in città, trascinando sotto il sole il loro carretto carico di ortaggi da vendere al mercato, sono il simbolo di un’Italia che non c’è più e che, nonostante tutto, continua a resistere con passione e dignità.

A proposito del mercato del giovedì…

In questi giorni vado spesso a casa di mia madre e ogni volta ho la sensazione che mio padre possa entrare da un momento all’altro. Oggi, per esempio, verso l’ora di pranzo, ho sentito prima dei passi sul pianerottolo e subito dopo un tintinnio di chiavi provenire da dietro la porta. Ho pensato: “Ecco, vuoi vedere che adesso entra con la spesa del giovedì e si mette a cucinare?

Questa è per te, papà, ovunque tu sia.

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Nonostante tutto si riparte con un’altra bella recensione di Musica migrante

In questi giorni di vuoto, dolore e ricordi, ma in qualche modo anche di rinascita, mi era sfuggita questa recensione di Musica migrante su I Think Magazine, di cui pubblico un estratto.

«Può un lavoro letterario essere paragonato a una chiave virtuale? A un passe-partout universale che apra su continenti lontani? MUSICA MIGRANTE, la seconda opera di Luca D’Ambrosio, già giornalista musicale e autore di LA MUSICA, PER ME, può e ci riesce in pieno. […] L’autore però va ancora oltre e non si è risparmiato nell’elencare e nel descrivere in modo minuzioso tanti strumenti musicali tipici dei luoghi di cui si parla ed elencando brani, autori, artisti e tutte le fonti e i moderni canali social dove poterli ascoltare ed apprezzare. Qui è la chiave di quest’opera, che fa nascere prepotentemente nel lettore la curiosità, la voglia di entrare in questo mondo sconosciuto per la maggior parte di noi ma ricco di fascino, facendo venire il desiderio di ascoltare questa musica da noi così lontana ma al contempo così vicina, appunto questa “musica migrante” che nasce dove la civiltà umana ha avuto origine, il luogo dal quale l’uomo è migrato ovunque, con la sua musica nel cuore». (Mariano Erra)

Di seguito invece l’intera rassegna stampa su Musica migrante.

«Un libro coraggioso e nobilmente mirato, diremmo teleologicamente, a un fine di risarcimento morale. Verso una cultura, quella africana, per troppo tempo colpevolmente ignorata o considerata ancillare rispetto a quella della civiltà occidentale. Con quest’operazione, Luca cerca di restituirle dignità umana e culturale nel senso più alto, e inquadrando il tutto sia dal punto di vista del vissuto dei personaggi delineati nel libro che da quello eminentemente musicale. In tempi nei quali la fobia del diverso, dell’altro da sé, l’odio etnico e razziale occupano tristemente le cronache quotidiane, D’Ambrosio mette, invece, in rilievo, prima di addentrarsi con notevole destrezza intellettuale nella trattazione musicale vera e propria, l’umanità, molto spesso drammaticamente fratturata dei protagonisti della prima parte del libro» (Rocco SapuppoDistorsioni)

«D’Ambrosio ha fatto un gran lavoro di sistematizzazione, consultando una poderosa bibliografia, e gliene va reso merito. Chi fosse curioso di conoscere l’argomento del libro ci troverà tutte le informazioni necessarie per approfondire le proprie conoscenze – soprattutto se terrà a portata di mano YouTube, per andare ad ascoltare ciò di cui sta leggendo» (Franco ZanettiRockol)

«Un viaggio alla scoperta della cultura africana che passa attraverso le storie dei migranti e la Storia della musica che all’Africa deve molto, anche se raramente se ne ricorda» (Angiola Codacci-Pisanelli GentileL’Espresso online)

«Le storie arrivano da Burkina Faso, Mali, Niger, Ghana, Tunisia e via dicendo; la musica, che inevitabilmente punteggia i racconti, è in seguito illustrata con portamento storico e critico. Il punto di forza dell’operazione risiede proprio nei passaggi in cui i due vasi comunicano con maggiore immediatezza» (Paolo FerrariRumore)

«Un libro necessario che si legge d’un fiato, impreziosito dalle prefazioni di Angélique Kidjo e Valerio Corzani» (Stefano SolventiSentireascoltare)

«Un libro che non deve passare inosservato, quello scritto da Luca D’Ambrosio e intitolato “Musica migrante”, perché può definirsi un vero e proprio scrigno di bellezza umana connesso con la materia musicale» (Carlo BabandoBlow Up)

«Può un lavoro letterario essere paragonato a una chiave virtuale? A un passe-partout universale che apra su continenti lontani? “Musica migrante”, la seconda opera di Luca D’Ambrosio, già giornalista musicale e autore di “La musica, per me”, può e ci riesce in pieno. […] L’autore però va ancora oltre e non si è risparmiato nell’elencare e nel descrivere in modo minuzioso tanti strumenti musicali tipici dei luoghi di cui si parla ed elencando brani, autori, artisti e tutte le fonti e i moderni canali social dove poterli ascoltare ed apprezzare. Qui è la chiave di quest’opera, che fa nascere prepotentemente nel lettore la curiosità, la voglia di entrare in questo mondo sconosciuto per la maggior parte di noi ma ricco di fascino, facendo venire il desiderio di ascoltare questa musica da noi così lontana ma al contempo così vicina, appunto questa “musica migrante” che nasce dove la civiltà umana ha avuto origine, il luogo dal quale l’uomo è migrato ovunque, con la sua musica nel cuore». (Mariano Erra)

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Il concerto più bello della mia vita

Caro padre,

non credo di essere stato il figlio ideale, ma sappi che ti ho amato tantissimo.

Ora che non ci sei più il mio cuore è distrutto. Dilaniato. Sento soltanto un vuoto immenso, infinito, come l’universo in cui adesso starai sicuramente viaggiando.

So benissimo che non sarà per niente facile ripartire, ma cercherò di farlo con forza e coraggio, facendo tesoro dei tuoi insegnamenti per il resto della mia vita.

Sono convinto che un giorno mi sveglierò da questo incubo e ci abbracceremo nuovamente.

Per ora posso solo dirti che mi manchi come l’aria.

Mi mancheranno le tue telefonate, i tuoi messaggi, le tue invenzioni, i tuoi proverbi, la tua cucina, il tuo amore per la natura e per gli esseri più deboli e indifesi.

Mi mancherà anche la tua testardaggine.

Mi raccomando, papà, riposa in pace e fai buon viaggio. E non preoccuparti, alla prima occasione ti restituirò quel 45 giri dei Beatles che comprasti nel ’65 a Londra.

Ti amerò per sempre, ricordartelo.

Sei stato il concerto più bello della mia vita.

Tuo figlio Luca

PS
Questa è una delle ultime foto che ti ho fatto. Tu e mamma, come al solito, vi tenevate per mano.

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Il John Peel della provincia

Nel 1990 utilizzavo She’s on Drugs dei Jazz Butcher come sigla iniziale e finale di un programma di musica rock e dintorni che conducevo su un’emittente radiofonica locale.

Ricordo che uscivo di casa carico di vinili, riviste e appunti.

Ero sfacciatamente felice. Mi sentivo il John Peel della provincia.

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“Musica migrante” in streaming per “Una marina di libri a distanza”

Venerdì 15 maggio, alle ore 15, sulla piattaforma Microsoft Windows, dialogherò con Masha Sergio sul mio nuovo libro Musica migrante.

L’incontro è stato inserito nel programma streaming sMARtINA | Una marina di libri a distanza, in attesa che il comitato organizzativo riprogrammi entro la fine del 2020 l’XI edizione di Una marina di libri.