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Franz Strobel/Gottfried Huppertz – Metropolis di Fritz Lang | Original Motion Picture Score (2011)

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L’ambizioso capolavoro di Fritz Lang del 1927, “Metropolis”, è una delle pietre miliari del cinema di tutti i tempi. Un film nel quale il regista austriaco (poi fuggito negli Stati Uniti, all’epoca del dilagare del nazismo in Europa, e lì divenuto uno degli autori più importanti, seminali e acclamati di ‘Noir’) riesce con maestria assoluta a coniugare la dirompente forza espressiva e simbolica dei contenuti (il rapporto uomo-macchina e l’organizzazione del lavoro nell’alienata società contemporanea) con una carica visionaria senza uguali rappresentata dalle inquietanti connotazioni futuristiche e dalle architetture ardite, nella descrizione di una metropoli proiettata nel futuro. Una pellicola che ha fortemente influenzato l’ispirazione di opere successive quali “Tempi Moderni” (1936) di Charles Chaplin, “Blade Runner” (1982) di Ridley Scott, “Il Quinto Elemento” (1997) di Luc Besson e ‘last but not least’ “Star Wars” di George Lucas, laddove il robot C-3PO è palesemente ‘copiato’ dal robot che campeggia sui manifesti e nel film di Lang. Girato all’epoca del Muto, “Metropolis” venne accompagnato nelle visioni in pubblico da una colonna sonora di taglio sinfonico opera del tedesco Gottfried Huppertz (incisa su disco negli anni ‘30), ma la musica a corredo sonoro ha conosciuto negli anni molteplici adattamenti. Tra questi quello pop operato da Giorgio Moroder nell’84 con musiche tra gli altri dei Queen (”Love Kills”), Bonnie Tyler e Pat Benatar. Solo di recente il film – un’autentica sinfonia per gli occhi – ha beneficiato di un importantissimo restauro che ha portato (per la prima volta) al recupero pressoché integrale della versione originariamente concepita da Lang, grazie ai preziosi 28 minuti (finora inediti) rinvenuti qualche anno fa presso il Museo del Cinema di Buenos Aires. La nuova (e forse definitiva) versione del film approntata è stata presentata alla Berlinale nel febbraio 2010 in contemporanea con l’esecuzione dal vivo della mastodontica partitura composta da Huppertz e la direzione di Frank Strobel (alla guida del Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin). Huppertz, che era già stato autore nel ’24 della colonna sonora del precedente film di Fritz Lang, “I Nibelunghi”, compose la partitura per “Metropolis” prima dell’inizio delle riprese, ma nel corso della lavorazione rimase sempre presente sul set, a stretto contatto con il regista, spesso facendo ascoltare i temi composti agli attori che si accingevano a girare le varie scene. La scrittura di Huppertz si distingue (allora come oggi) per una coinvolgente forza espressiva che esalta il senso del narrato ed i simbolismi impliciti nelle immagini. Sotto il profilo prettamente musicale il lavoro di Huppertz si pone a cavallo tra gli ultimi rigurgiti del tardo romanticismo ottocentesco ed i primi importanti segnali di scrittura seriale e dodecafonica dell’inizio del XX° secolo che annovera tra i suoi rappresentanti anche quei compositori come Bernard Herrmann, Franz Waxman e Erich Korngold che sarebbero andati negli Usa – al pari di Lang fuggendo da un’Europa in fiamme – a definire i codici compositivi per le musiche dei film hollywoodiani. L’approccio compositivo di Huppertz dona evidenza all’idea del ‘leitmotiv’ di stampo wagneriana e all’opulenza espressiva ‘alla Strauss’, ma anche, in alcuni frangenti, si rende anticipatore di alcune soluzioni adottate poi da Prokovjev. La versione incisa su disco per l’etichetta austriaca Capriccio (e oggetto di questa recensione) è andata per giunta a completare la più recente edizione disponibile del film (Blu-ray su etichetta Ermitage Cinema; N.d.R.). Il disco (32 brani per una durata di 77’09’’) è un documento sonoro di grande pregio che permette a chi l’ascolta – magari, per completezza, abbinato alla contemporanea visione del film – di comprendere meglio lo spessore artistico di queste musiche legate al contesto filmico. imperdibile per tutti gli amanti della settima arte. In realtà, per quanto espresso in precedenza, relativo al ‘peso’ che il movimento tedesco ha avuto sulle musiche del ‘900, l’ascolto della partitura scritta per “Metropolis” esercita per intero il suo potere magnetico e riesce a trasmettere grandi sensazioni anche disgiunta dalla visione del film. L’esecuzione fornita da Frank Strobel restituisce alla partitura di Huppertz tutto il suo imponente glamour sonoro con un’esecuzione tesa, dinamica e carica di pathos. (Luigi Lozzi)

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