Nel 2024 quasi il 38% delle famiglie italiane possiede un animale domestico. Dati su cani, gatti, piccoli comuni, famiglie con figli, differenze territoriali e ruolo delle donne nella cura degli animali. Analisi completa basata sulle rilevazioni ufficiali.
Animali domestici
La presenza di animali domestici nelle case italiane continua a crescere. I dati relativi al 2024 diffusi dall’Istat mostrano un quadro chiaro e articolato: oltre un terzo delle famiglie vive con almeno un animale da compagnia. Si tratta di una tendenza stabile nel lungo periodo, che negli ultimi anni ha registrato un’accelerazione significativa, soprattutto nei piccoli centri e in alcune tipologie familiari.
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Nel 2024 più di 10 milioni di famiglie italiane, pari al 37,7% del totale, possiedono almeno un animale domestico. Il numero complessivo degli animali presenti nelle famiglie raggiunge circa 25 milioni e mezzo. Cani e gatti restano gli animali più diffusi. Il 33,9% delle famiglie ospita almeno un cane o un gatto. In dettaglio, il 22,1% possiede uno o più cani, mentre il 17,4% convive con uno o più gatti. Tra le famiglie che li accolgono, la media è di 1,3 cani e 1,8 gatti per nucleo.
Molto più contenuta la presenza di altre specie. Il 3,2% delle famiglie possiede pesci, mentre circa il 6% accoglie animali diversi da cani e gatti. Tra questi emergono soprattutto uccelli e tartarughe, presenti rispettivamente nell’1,5% e nell’1,3% delle famiglie.
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Dopo una lunga fase di stabilità, la quota di famiglie con animali domestici è aumentata di 1,5 punti percentuali tra il 2015 e il 2024. La crescita riguarda soprattutto i cani, passati dal 20,7% delle famiglie nel 2006 al 22,1% nel 2024. L’aumento dei gatti è più contenuto, mentre si registra una lieve diminuzione delle famiglie con animali diversi da cani e gatti, che nel 2024 scendono all’8,1%.
La dimensione del comune incide in modo decisivo. Nei grandi centri urbani la presenza di animali domestici è meno frequente. Nei comuni capoluogo di aree metropolitane solo il 29,4% delle famiglie ha animali, contro il 45% dei comuni tra 2mila e 10mila abitanti. Il valore massimo si registra nei comuni con meno di 2mila abitanti, dove il 47,7% delle famiglie possiede almeno un animale domestico. La maggiore disponibilità di spazi verdi e abitazioni più ampie facilita questa scelta.
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A livello geografico il Centro Italia guida la classifica con il 42,7% delle famiglie con animali domestici. Seguono il Nord-est (40,3%) e il Nord-ovest (38,5%). Più basse le percentuali nel Sud (31%) e nelle Isole (34,3%). La stessa distribuzione si conferma per cani e gatti, molto più presenti nei piccoli centri rispetto alle aree metropolitane.
La presenza di animali domestici cresce al crescere del livello di istruzione. Tra le famiglie con almeno un diploma, la quota raggiunge il 45,5%. Scende invece al 30,2% tra quelle con al massimo la licenza media. Esiste anche una lieve associazione con le risorse economiche. Le famiglie che dichiarano condizioni economiche ottime mostrano una diffusione del 41,6%, superiore alla media nazionale.
Nel 2024 le famiglie con figli grandi sono quelle che ospitano più spesso animali domestici. Il 51,2% delle coppie con figli di almeno 14 anni convive con un animale. Seguono le famiglie monogenitore con figli grandi (48,8%). In forte crescita le coppie senza figli con membri sotto i 65 anni, che raggiungono il 47,9%. Questo valore segna un aumento di dieci punti percentuali rispetto al 2006. La presenza è invece più bassa tra le persone sole, soprattutto oltre i 65 anni.
Il 38,1% delle persone con almeno 11 anni si prende cura di animali domestici nel tempo libero. Il 23,8% lo fa con regolarità settimanale. La propensione cresce con l’età fino ai 64 anni, per poi diminuire. Le donne mostrano una maggiore continuità nella cura, con uno scarto di circa sei punti percentuali rispetto agli uomini. La differenza è evidente anche tra le persone occupate e si annulla solo dopo i 65 anni.
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I dati del 2024 confermano che gli animali domestici rappresentano una componente stabile e in crescita della vita familiare in Italia. La diffusione varia in base al territorio, alla struttura della famiglia e alle condizioni socioeconomiche, ma il trend complessivo resta positivo. Un fenomeno che riflette cambiamenti sociali profondi e un rapporto sempre più stretto tra persone e animali da compagnia. (La redazione)
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