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Eugenio Scalfari, l’intellettuale e giornalista politico che votò monarchia e fondò «La Repubblica»

Dal quotidiano «La Repubblica», riportiamo il riassunto di una singolare quanto interessante intervista fatta nel 2016 a Eugenio Scalfari (1924-2022).

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Oggi 6 aprile 2024 Eugenio Scalfari, giornalista nonché fondatore nel 1976 del quotidiano La Repubblica, avrebbe compiuto 100 anni. Per l’occasione vogliamo ricordarlo andando a ripescare una interessante quanto singolare intervista rilasciata nel 2016 a Simonetta Fiori per lo stesso quotidiano da lui creato.

Perché votò per la monarchia

La prima curiosità che viene fuori dall’intervista è che Scalfari al referendum del 2 giugno 1946 votò per la monarchia. All’epoca il giornalista italiano aveva 22 anni e si era appena laureato in Giurisprudenza. Nel racconto Scalfari sottolinea che quella scelta, che non era frutto di una vera passione, fu motivata per via della sua inclinazione liberale e crociana. Un voto per la monarchia condiviso in quella fase storica dell’Italia da personalità di spicco come Luigi Einaudi, che il 12 maggio 1948 diventerà Presidente della Repubblica. Nel dialogo, inoltre, Eugenio Scalfari evidenzia come la sua visione politica in quel momento, circa il quesito “Repubblica” o “Monarchia”, fosse distante da quella dell’amico Italo Calvino.

Il rifugio dai gesuiti

L’intervista tocca altri temi significativi, come la confusione seguita alla proclamazione della Repubblica e le varie fasi della politica italiana nel dopoguerra. Scalfari parla della sua esperienza durante la Resistenza, raccontando di aver trovato rifugio presso i gesuiti a Roma per sfuggire ai tedeschi. Questo dettaglio porta l’intervistatrice a chiedere se il fatto di essersi rifugiato in quel luogo avesse in qualche modo influito sul suo successivo rapporto con papa Francesco, ma Scalfari smentisce categoricamente, affermando che la sua permanenza dai gesuiti avvenne per pure ragioni di necessità.

Il primo lavoro al casinò

L’intervista offre uno sguardo approfondito sulla personalità di Scalfari, sulla sua evoluzione politica e sulle sue relazioni con le figure politiche italiane, compresi i presidenti della Repubblica con cui ha avuto rapporti variabili nel corso degli anni. Dallo splendida amicizia con il Presidente Pertini, al rapporto inizio bene e finito male con Cossiga. Eugenio Scalfari racconta infine del suo coinvolgimento nella politica e nella cultura italiana, ricordando come, subito dopo il referendum del giungo del 1946, ottenne il suo primo lavoro come direttore amministrativo del casinò di Chianciano, un’esperienza che ricorda come un “grande divertimento”.

Perché scelse come nome del giornale “La Repubblica”

Scalfari nell’intervista sottolinea infine che il nome scelto per il quotidiano da lui fondato nel 1976 non era affatto un modo per “espirare” il voto monarchico di gioventù. Quel nome “La Repubblica” fu scelto per dare “al giornale un carattere politico e nazionale“.

L’intellettuale e il giornalista politico

L’intervista a Eugenio Scalfari del 2016 ci consegna oggi, a cento anni dalla nascita (6 aprile 1924) e due dalla morte (14 luglio 2022), il ritratto intimo, sincero e insolito di uno dei più grandi giornalisti politici della storia della Repubblica italiana. Un intellettuale che ha saputo raccontare e anticipare, con le sue attente e argute argomentazioni, la complessa evoluzione politica e culturale italiana, dalla nascita della Repubblica fino all’ultimo dei suoi giorni. Per leggere l’intervista integrale, cliccate qui. (La redazione)

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