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Amerigo Verardi: il ritorno con “Matteotti di nome”, un inno alla memoria e alla resistenza

Il musicista brindisino Amerigo Verardi torna con “Matteotti di nome”, un singolo rock visionario e personale che omaggia Giacomo Matteotti. Tra memoria storica, vicende familiari e denuncia politica, il brano è un atto di resistenza civile contro l’oblio e il revisionismo.

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Amerigo Verardi torna con Matteotti di nome, un singolo potente e viscerale che unisce memoria storica, autobiografia e resistenza civile. Un omaggio intimo e politico alla figura di Giacomo Matteotti, in uscita a luglio.

Un ritorno carico di intensità

Dopo un periodo segnato da esplorazioni elettroniche e collaborazioni internazionali, Amerigo Verardi torna sulla scena musicale con un nuovo singolo che promette di lasciare il segno. Matteotti di nome è il titolo dell’opera con cui il musicista brindisino inaugura una nuova fase della sua carriera, scegliendo un linguaggio diretto e appassionato per affrontare un tema personale e politico insieme. Il brano sarà disponibile da metà luglio, ma già in occasione dell’anniversario della morte di Giacomo Matteotti, Verardi ha deciso di condividerne il testo: un gesto carico di significato, che anticipa la forza emotiva e civile della sua musica.

Testo

MATTEOTTI DI NOME

Mi ricordo quando ero bambino

mio zio diceva di stare lontano

da un cassetto dove amavo spiare toccare

le medaglie di nonno mandato a morire

ah, il valor militare…

Una giornata d’estate

mentre è ancora primavera

ci si può anche nascondere

dietro i riflessi del Tevere

però tu

non mi aspettare, Velia

e se non torno non mi abbandonare

più di questo non ti posso dire

nella borsa ho la chiave di volta

e oggi li faccio tremare!

Nelle divise nere

tossici di sangue e cocaina

e gli tocca pure decidere

chi deve affondare per primo

per primo la lama.  

Dentro l’aria che si taglia da sola

fra le rondini e l’asfalto

che le urla gli muoiono in gola

quelli eseguono solo un ordine

sputato dall’alto

perdonami, Velia

sono vittima di un codardo

vivo per l’Italia e la libertà

ostaggi di un bastardo.

Risorge fra gli alberi, le belve ed i fiori

risplende nei boschi, sopra il fango

e le miserie di Roma

meglio morire che far parte di un sistema.

Evviva la libertà

c’è scritto sopra un muro

in rosso sangue

anche per chi

non sa leggere il futuro

che è già qui

è già qui

Da bambino mi sembrava normale

che fossimo liberi di parlare

e che mio zio fosse un tipo strano

che si chiamava Matteotti

Matteotti di nome.

Amerigo Verardi

Una storia personale che si fa universale

Il singolo prende forma a partire da una vicenda intima: la figura dello zio dell’autore, nato pochi giorni dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti e chiamato così in suo onore. Una connessione familiare che diventa pretesto per una riflessione ampia sulla storia italiana e sull’importanza della memoria. Il brano attraversa ricordi d’infanzia, dolori legati alla guerra e vicende familiari, per arrivare a raccontare, con una narrazione quasi cinematografica, gli ultimi istanti di vita del deputato socialista assassinato nel 1924 da sicari fascisti.

Una narrazione potente e visionaria

Matteotti di nome si presenta come un brano rock asciutto e viscerale, in cui parole e suoni si intrecciano per evocare scene vivide, dialoghi interiori e tensioni politiche. Emergono figure precise: Matteotti con la sua fierezza e il coraggio consapevole; la moglie Velia come custode della memoria; e persino i carnefici, delineati come uomini votati alla violenza, ma non privi di contraddizioni. L’autore non si limita alla cronaca storica, ma la rielabora con un tono visionario, in cui ogni quadro è animato da emozioni crude e da una tensione lirica costante.

Un messaggio contro l’oblio

Oltre alla ricostruzione drammatica degli eventi del 1924, Verardi lancia un messaggio chiaro contro il revisionismo e la perdita della memoria storica. Il brano si fa atto di denuncia e di affermazione: della libertà, della giustizia, della necessità di non dimenticare. Le parole diventano slogan sofferti, consapevoli, capaci di risuonare anche nel presente, dove le minacce alla democrazia assumono nuove forme, ma non per questo meno pericolose.

Una produzione indipendente, fuori dagli schemi

Registrato interamente da Verardi nel suo “Alma Mater Studio” e rifinito da Valerio Daniele nei “Chora Studi Musicali”, il singolo è pubblicato in digitale da NOS Records e, grazie alla collaborazione con MarraCult e Psychout Records, anche in formato vinile da collezione. La copertina, firmata da Daniele Guadalupi, completa l’opera con una veste grafica coerente con l’intensità del contenuto.

Un gesto artistico e politico

Con Matteotti di nome, Amerigo Verardi firma una delle sue prove più sentite e coraggiose. Un’opera che mescola memoria privata e coscienza collettiva, storia e attualità, arte e impegno civile. Un brano che colpisce non solo per la sua forza musicale, ma per la volontà di prendere posizione, riaffermando valori troppo spesso dimenticati. In un tempo in cui le parole sembrano svuotate di significato, Verardi sceglie di restituire loro peso e verità. E lo fa, ancora una volta, attraverso la musica. (La redazione)

✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 9 Giugno 2025