Una panoramica sui R.E.M., dalla nascita nel 1980 al percorso che li ha resi tra i protagonisti dell’alternative rock. Dalle prime pubblicazioni indipendenti ai successi mondiali, fino allo scioglimento e alle recenti reunion, con focus su evoluzione sonora ed eredità culturale.
R.E.M. (ph. Chris Bilheimer)
La storia dei R.E.M. coincide con l’evoluzione stessa dell’alternative rock. Dalla formazione a Athens nel 1980 alla separazione nel 2011, la band ha attraversato cambiamenti artistici, commerciali e personali, mantenendo un’identità riconoscibile e una continuità creativa rara. La loro traiettoria ha segnato un punto di svolta per un intero movimento musicale, ispirando generazioni di gruppi e lasciando un catalogo che resta centrale nella cultura contemporanea.
Nati dall’incontro tra Michael Stipe, Peter Buck, Mike Mills e Bill Berry, studenti dell’Università della Georgia, i R.E.M. si imposero presto con una formula musicale distinta. La chitarra arpeggiata di Buck, la voce di Stipe e il drumming essenziale di Berry contribuirono a definire un linguaggio che sarebbe diventato riferimento per la scena alternativa.
Il primo singolo, Radio Free Europe (1981), aprì la strada a un percorso discografico avviato con l’EP Chronic Town nel 1982. Il debutto con l’album Murmur nel 1983 inaugurò una serie di pubblicazioni annuali che consolidarono la reputazione della band, da Reckoning a Document, sostenute da un’intensa attività dal vivo e dalla diffusione tramite le radio universitarie. Il singolo The One I Love segnò il primo vero ingresso nel mainstream, coronando anni di crescita sotterranea.
Nel 1988 la firma con Warner Bros. ampliò la dimensione internazionale del gruppo. Con Green emersero nuovi temi politici e ambientali, mentre la popolarità esplose all’inizio degli anni Novanta.
Out of Time e Automatic for the People portarono i R.E.M. al vertice dell’alternative rock, grazie anche al successo globale di Losing My Religion. Il successivo Monster estese la loro presenza live dopo anni lontani dai palchi, nonostante i problemi di salute che colpirono tre membri durante la tournée.
Il contratto del 1996, uno dei più onerosi dell’epoca, coincise con la creazione di New Adventures in Hi-Fi, considerato dai componenti il loro lavoro più compiuto. Fu l’ultimo album realizzato con Berry, che lasciò il gruppo nel 1997 per motivi di salute.
La band proseguì come trio, affiancata da collaboratori come Scott McCaughey, Ken Stringfellow, Joey Waronker e Bill Rieflin. La ricerca sonora proseguì con co-produttori diversi: dopo gli esperimenti elettronici di Up, Reveal fu accolto come ritorno a un suono più vicino alle origini.
Nel 2007 arrivò l’ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame, con Berry nuovamente sul palco per l’occasione e per la registrazione della cover #9 Dream destinata a un progetto benefico. Gli ultimi due album, Accelerate e Collapse into Now, segnarono una chiusura energica del loro percorso.
Nel 2011 i R.E.M. si sciolsero consensualmente, dopo aver venduto più di novanta milioni di album in tutto il mondo. La loro influenza è stata riconosciuta apertamente da artisti come Nirvana, Pixies e Pavement, che li hanno indicati come pionieri del genere.
Nel 2024 il gruppo si è riunito per eseguire Losing My Religion durante l’ingresso nella Songwriters Hall of Fame e nel 2025 è tornato a suonare Pretty Persuasion al 40 Watt Club di Athens, luogo chiave delle origini. La loro eredità discografica comprende quindici album in studio e una produzione ampia e diversificata, confermando la centralità della band nella storia del rock.
L’impatto dei R.E.M. si estende ben oltre la loro lunga carriera attiva, grazie a un percorso coerente, a continue metamorfosi e a una presenza culturale che ha segnato la nascita e l’evoluzione dell’alternative rock. Le loro opere restano punto di riferimento per musicisti, critici e pubblico, mentre le recenti apparizioni sottolineano il legame ancora vivo con una storia che continua a ispirare. (La redazione)
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