Brani generazionali che, ancora una volta, gli Offlaga Disco Pax hanno saputo raccontare in maniera impeccabile e coinvolgente, inserendoli all’interno di un intrigante, meraviglioso quanto complesso “gioco di società”.
ODP (press photo)
Se c’è un disco di un gruppo italiano indipendente che quest’anno ha dimostrato di osare qualcosa in più rispetto agli altri, sia a livello di sonorità che di testi, in un ambito musicale stereotipato (o quasi) come quello nostrano, questo è senza dubbio Gioco di Società dei reggiani Offlaga Disco Pax.
Che la formazione del paroliere e narratore Max Collini e i musicisti Enrico Fontanelli e Daniele Carretti fosse una formazione talentuosa lo avevamo già capito con il sorprendente esordio del 2005, Socialismo tascabile (Prove tecniche di trasmissione), album che dava un vero e proprio scossone all’indie italiano.
Venne poi Bachelite nel 2008, disco altrettanto notevole che rafforzava la credibilità e l’autenticità degli Offlaga Disco Pax che oggi, dopo un’assenza durata quattro anni, giungono alla realizzazione di questa terza difficile prova sulla lunga distanza dal titolo Gioco di Società.
Un lavoro come al solito affascinante e suggestivo, in cui la band mette sempre più in risalto una narrazione in bilico tra poesia e coscienza sociale (leggi anche spoken word) alimentata da un sound che mescola richiami new wave e un’elettronica dalle inclinazioni glitch.
Un’elettronica che potremmo definire “emozionale”, corredata da testi originali e trascinanti capaci di dar vita e perle come Palazzo Masdoni, Respinti all’uscio, Piccola Storia Ultras e Tulipani che fanno di questo nuovo disco un piccolo capolavoro italiano.
Brani generazionali che, ancora una volta, gli Offlaga hanno saputo raccontare in maniera impeccabile e coinvolgente, inserendoli all’interno di un intrigante, meraviglioso quanto complesso “gioco di società”. (L.D.)
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 11 Settembre 2012