Un'analisi del percorso artistico di David Bowie, dalle origini alla consacrazione internazionale. Dalle prime sperimentazioni al glam rock, dalla trilogia berlinese ai successi pop, fino agli ultimi lavori. Un ritratto completo dell’impatto culturale e musicale dell’artista britannico.
David Bowie (press photo)
David Bowie (1947-2016) rimane una delle figure più significative della musica contemporanea. La sua opera si è sviluppata attraverso trasformazioni costanti, con un impatto che continua a influenzare artisti e pubblico. La sua carriera ha attraversato decenni di sperimentazioni sonore, identità sceniche e progetti trasversali, mantenendo sempre una forte coerenza creativa. La capacità di reinventarsi è uno dei tratti più rilevanti del suo percorso.
Prima di affermarsi, Bowie studiò arte, musica e design, ambiti che avrebbero influenzato in modo decisivo la sua visione estetica. Le sue prime pubblicazioni non ottennero riscontri significativi, compreso il suo album d’esordio omonimo del 1967. Il primo cambiamento importante arrivò nel 1969 con Space Oddity, che gli garantì un ingresso nella top-five britannica e una nuova visibilità.
Nel 1972 Bowie adottò l’alter ego Ziggy Stardust durante la stagione del glam rock. Con Starman e con l’album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars raggiunse una popolarità ampia, confermando una posizione centrale nella scena musicale. Questa fase segnò uno dei momenti più influenti della sua produzione degli anni Settanta.
A metà del decennio la sua musica virò verso sonorità soul. Il singolo Fame e l’album Young Americans (1975) gli offrirono il primo autentico successo negli Stati Uniti. Nel 1976 apparve nel film The Man Who Fell to Earth e pubblicò Station to Station, continuando il suo percorso di trasformazione.
Nel 1977 Bowie inaugurò una nuova fase con Low, primo capitolo della cosiddetta trilogia berlinese realizzata con Brian Eno. Da questo periodo nacquero anche Heroes e Lodger, tutti accolti con apprezzamento critico e con ottimi risultati nelle classifiche britanniche. La capacità di modificare il linguaggio musicale rappresentò uno dei contributi più incisivi di questa fase.
Dopo una fine anni Settanta meno lineare dal punto di vista commerciale, Bowie tornò ai vertici con Ashes to Ashes e con l’album Scary Monsters (and Super Creeps). Il successo mondiale arrivò nel 1983 grazie a Let’s Dance, uno dei suoi lavori più noti. Continuò inoltre a coltivare la recitazione, partecipando a film come Merry Christmas, Mr. Lawrence e Labyrinth.
Tra il 1988 e il 1992 guidò i Tin Machine, mentre negli anni successivi esplorò stili come industrial e jungle, mantenendo sempre un approccio sperimentale. Le sue attività cinematografiche proseguirono con titoli come Twin Peaks: Fire Walk with Me, Basquiat e The Prestige. Dopo aver interrotto i tour nel 2004, tornò a pubblicare musica nel 2013 con The Next Day. Il suo ultimo album, Blackstar, uscì nel 2016, due giorni prima della sua morte.
Con vendite globali stimate oltre i cento milioni di copie, Bowie figura tra i musicisti più apprezzati di sempre. Ha ricevuto sei Grammy Award, quattro Brit Award ed è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1996. È stato spesso definito un artista capace di adattarsi a ogni mutamento culturale, tanto da essere considerato tra i maggiori innovatori del Novecento. Nel 2022 è risultato l’artista in vinile più venduto del XXI secolo.
Il contributo di David Bowie attraversa generi, identità e linguaggi diversi. La sua attitudine alla metamorfosi è parte integrante del suo impatto culturale, che continua a essere percepito nel panorama musicale e artistico internazionale. La sua opera rappresenta un punto di riferimento per chiunque voglia comprendere l’evoluzione della musica contemporanea. (La redazione)
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