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Wovenhand – Live at Roepaen (2012)

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Prolifico, instancabile e creativo come non mai David Eugene Edwards, oggi leader e frontman dei Wovenhand (ieri con i 16 Horsepower), dopo aver consegnato al suo pubblico, pochi mesi fa, il magnifico libro “Black Of The Ink”, curato dallo stesso Edward, arricchito da un EP con sei pezzi (uno per ogni album del gruppo in versione rivisitata), ci regala un nuovo, interessante lavoro. Intanto si è accresciuto di molto il consenso intorno alla band di Eugene sulla scena indie. Questo live, che è il primo concepito con i Wovenhand (inizialmente Woven Hand) – il doppio dvd “16 HP” del 2005 e un “Live” sempre doppio per la Virgin nello stesso anno, i precedenti con gli Horsepower -, ha più che nell’incisione (comunque significativa) il suo punto di forza nel DVD che vi è allegato che, ancor meglio del solo ambito audio, esplicita le suggestioni che il concerto – tenuto e registrato in un’antica chiesa di Ottersum (Olanda) nel dicembre 2010 – ha fornito. Non si potranno di certo negare a David Eugene Edwards doti di eclettismo e personalità, ampiamente messe in luce nelle varie esperienze musicali cui è approdato e delle modalità con cui si è proposto sul mercato discografico il suo talento. Le grandi qualità vocali, un atteggiamento quasi sciamanico, i toni da processo di purificazione, un non so che di tribale ed ipnotico nel proporsi, hanno indotto molti ad accostare il nostro a leggende quali Jim Morrison o Ian Curtis; tant’è che nel concerto tenuto a Milano nel novembre 2010 il loro set si apriva con una cover dei Joy Divison, “Heart and soul”, tanto per rimanere in tema “poeti maledetti”. Ma a noi sembra anche un Leonard Cohen più tenebroso e straniato, facendo la tara di quella straordinaria predisposizione al tratto melodico di cui è dotato il grande cantautore canadese. Attitudine che qui è del tutto persa in favore di uno sperimentalismo espressivo che è il vibrante appeal emotivo della performance condotta assieme al bassista Pascal Humbert, al batterista Jean-Yves Tola (entrambi già attivi con gli Horsepower), al batterista Ordy Garrison e al tastierista Jeff Linsenmeier, cui si è aggiunto il percussionista greco Lukas Metaxas. Tre brani sono estrapolati da “Folklore” (dei 16 Horsepower) ma qui dal vivo assumono come tutti gli altri densità e contorni che ne migliorano di gran lunga la bontà. Il tratto distintivo: rock psichedelico, uno spettacolo lisergico e trascendentale, sperimentazione su suoni e songwriting, scenari southern gothic e cupi immaginari est-europei. “Deerskin Doll” è la cosa migliore del disco ma anche “Whistling Girl” si distingue, laddove Edwards si accompagna al banjo ed il pubblico libera in un applauso il proprio apprezzamento, e più che degno il finale con “Off The Cuff”. Il DVD nella durata (87’) risulta più lungo del corrispondente CD incluso nella confezione e la sua fruizione è foriera di un’atmosfera speciale senz’altro favorita dal luogo in cui è stata effettuata la registrazione e dalle riprese effettuate con 8 cineprese. L’acustica poi è magica, senza riverbero alcuno; si tratta di una “experience” emotiva e coinvolgente. Il “Live” lungamente atteso dai fan della band, che conoscono bene quanto si possa assimilato ad un evento una performance dei Wovenhand dal vivo, è stato trasmesso parzialmente dalla TV tedesca (con una ventina di minuti in meno) come parte della celebre serie Rockpalast. (Luigi Lozzi)

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