Davvero dobbiamo aspettare febbraio per l’uscita del secondo album dei bristoliani The Jazz Defenders? “Slow down, you’re moving too fast!”, ci intima più volte il testo, ma è impossibile stare fermi ascoltando Live Slow, il nuovo singolo del quintetto britannico, il primo a non essere uno strumentale ma altresì una collaborazione col rapper americano Herbal T.
Live Slow inizia in stile soul-jazz anni ’60 à la Herbie Hancock con un contagioso giro di piano uptempo fornito dal leader del gruppo George Cooper, un maestro delle tastiere e noto componente della band funk The Haggis Horns. Sembra quasi di essere in un jazz club degli Swinging 60s, fino all’entrata a gamba tesa di Herbal T che trasforma il brano in un esercizio di stile che fonde jazz e hip hop.
Tornano alla mente gli ottimi esperimenti in questo campo di Guru’s Jazzmatazz, ed è questa la vena in cui si colloca Live Slow. Musica suonata da una band jazz, con un MC che ci rappa sopra. Il risultato è riuscitissimo, ma la voglia di vivere lentamente l’attesa del nuovo disco, ecco, quella forse, è chiedere troppo! (Adaja Inira)
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