Il piacere di ascoltare un disco in vinile

Un processo emotivo e culturale profondo che, in un'epoca bulimica, rimette in equilibro i nostri sensi.

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In un’era di streaming digitale e algoritmi che ci forniscono istantaneamente la nostra musica preferita, riscoprire il suono nostalgico del vinile può rappresentare una rinnovata esperienza emotiva. C’è qualcosa di magico nel cercare un disco in vinile, metterlo su un giradischi e lasciarsi trasportare dal quel suono così “imperfetto” ma trascinante.

Oggi molti appassionati di musica stanno riscoprendo “il fascino del vinile”, apprezzandone l’esperienza intima che offre. Ecco perché…

Il rituale dell’ascolto, un’emozione ritrovata

Nelle scorse generazioni, riprodurre musica da un vinile era considerato un rituale. E in qualche modo lo è ancora oggi se si ha l’opportunità di ascoltare un disco in vinile. Dunque, una volta fatta la scelta del 45 o 33 giri, non restava che sollevare il coperchio del giradischi, poggiare l’oggetto sul piatto, farlo entrare in contatto con la puntina e immergersi comodamente nell’ascolto. Dal quel momento in poi si apriva magicamente un universo sonoro che trasformava quell’esperienza, così intima, in qualcosa di unico e irripetibile. Un rito emozionante che terminava con quell’inequivocabile scricchiolio di fine facciata.

Dopo anni di streaming digitale, ritrovare questa esperienza di ascolto intensa e personale può essere una vera sorpresa. Il vinile offre, infatti, un ascolto singolare e coinvolgente, in grado di fornirci un suono analogico dinamico, profondo e naturale, benché l’audio digitale abbia sicuramente parametri di nitidezza pressocché insuperabili.

La riscoperta del disco in vinile

Ritrovare “il fascino del vinile” resta sempre un’esperienza emozionante per chiunque sia interessato alla musica. Oggi si possono acquistare su Amazon, eBay o nei pochi negozi di dischi rimasti sul pianeta Terra, sia album in vinile nuovi (tornati in auge al punto da mettere in crisi la vendita dei CD), oppure pezzi d’epoca originali (cosiddetti vintage). In alternativa, infine, lo si potrebbe chiedere in prestito a qualche vecchio amico che possiede una collezione di vinili, sempre che si fidi ciecamente di voi.

Un disco in vinile non è solo soltanto un “oggetto fonografico”, che consente di ascoltare in modo analogico la musica dell’artista che più si preferisce, è anche un “oggetto visivo” da leggere, consultare e mettere in bella mostra grazie all’evidente artwork. Quante volte vi siete innamorati della copertine di un album ancor prima del suo contenuto?

Possedere una raccolta di vinili significa, quindi, riempire una stanza di musica e immagini, trasformando l’ascolto in una ricerca continua del piacere che possa soddisfare udito, vista, tatto e – paradossalmente – anche l’olfatto. Sì, perché a volte si ha l’impressione di riconoscere un disco in vinile anche dall’odore. E quando ciò accade sembra anche di ricordare un momento preciso della propria vita e persino il sapore, il gusto di qualcosa mangiato in passato. Ecco, dunque, che tutti i cinque sensi sono soddisfatti, a dimostrazione che una raccolta di vinili è fonte di grande piacere e amore.

D’Altronde come scrive il blogger Luca D’Ambrosio: “L’amore per un disco è un sentimento reale”.

Un sentimento talmente reale da rendere un disco, e dunque la musica, parte fondamentale della propria esistenza. E questo lo si può capire meglio solo riscoprendo il valore dell’ascolto di un supporto fisico, magari in vinile, in grado di ristabilire la giusta connessione tra musica e ascoltatore.

Conclusioni

Il vinile è un modo speciale di ascoltare la musica, che offre al fruitore un’esperienza intima e coinvolgente. Ritrovare “il fascino del vinile” non è affatto una moda o un’avventura gratificante del momento. È qualcosa che va oltre il semplice ascolto. È un processo emotivo e culturale profondo che, in un’epoca bulimica, rimette in equilibro i nostri sensi. (La redazione)

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