Paul Weller incanta Roma con un concerto straordinario

Il racconto del concerto romano del leggendario musicista e cantante britannico

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Sotto un cielo carico di pioggia e qualche bel gocciolone a far visita di tanto in tanto sulle teste degli spettatori, tutto sommato molto meno di quanto ci aspettassimo, quella di ieri, 22 settembre 2023, alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, è stata una serata di straordinaria bellezza grazie all’impeccabile esibizione di Paul Weller.

Alla presenza di un pubblico accorso numeroso, chi munito di ombrello o impermeabile e chi invece incurante di ogni previsione meteo, il sessantacinquenne musicista britannico si è presentato sul palco romano in perfetta scioltezza dando il via al concerto con Cosmic Fingers, come a dire che è ancora qui a fare la sua parte di artista contemporaneo, capace di saper scrivere ancora grandi canzoni senza risultare passatista o nostalgico.

D’altronde Fat Pop (Volume 1) del 2021 – disco scritto durante la pandemia – dimostra quanto impellente sia il suo bisogno di ricerca sonora, al di là del suo inconfondibile stile, frutto di un’abile e raffinata combinazione di pop, rock, soul e funk.

A proposito di effetto nostalgia, ecco che arriva My Ever Changing Moods da Café Bleu (1984) degli Style Council, canzone che riscalda i cuori di chi soprattutto aveva perso contatto con “The ModFather” e che questa sera è qui per riassaporare qualche ricordo di gioventù. Ma subito si torna al Weller di oggi con le successive I’m Where I Should Be, That Pleasure e Old Father Tyme, per poi fare un breve salto nel passato con Headstart for Happiness, altro brano del periodo Style Council.

La serata ha visto un Paul Weller disinvolto, sia alla chitarra che al piano, cantare in maniera ineccepibile alcune delle sue canzoni più belle e significative, accompagnato da una band altrettanto straordinaria. Dalla tribuna al parterre tutti si accorgono della sua voce e del suo stato di grazia, in particolare quando torna a solleticare la memoria con Shout to the Top! e Start!, chiudendo poi con Peacock Suit.

Quindi davanti al pubblico, che acclama insistentemente il bis, la leggenda britannica e i suoi musicisti tornano sul palco regalando altre splendide esecuzioni di On Sunset, You Do Something to Me, That’s Entertainment, Wild Wood e Rockets, per terminare infine il concerto con la coinvolgente e iconica Town Called Malice dei Jam, che ci fa tornare a casa contenti e persino salvi dalla pioggia. È il caso di dire: “Questo è intrattenimento!”. (La redazione)

La scaletta

  1. Cosmic Fringes
  2. My Ever Changing Moods (The Style Council)
  3. I’m Where I Should Be
  4. That Pleasure
  5. Old Father Tyme
  6. Headstart for Happiness (The Style Council)
  7. Jumble Queen
  8. Stanley Road
  9. Glad Times
  10. All the Pictures on the Wall
  11. Hung Up
  12. Fat Pop
  13. Village
  14. More
  15. Saturns Pattern
  16. Shout to the Top! (The Style Council)
  17. Above the Clouds
  18. Into Tomorrow
  19. Start! (Jam)
  20. Peacock Suit
    Bis
  21. On Sunset
  22. You Do Something to Me
  23. That’s Entertainment (Jam)
  24. Wild Wood
  25. Rockets
    Secondo bis
  26. Town Called Malice (Jam)

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