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Bob Dylan: la playlist di Filosofia della canzone moderna

Scopri la playlist di 66 brani analizzati da Bob Dylan nel suo libro Filosofia della canzone moderna. Un viaggio unico tra folk, rock, pop, jazz e canzone d’autore, con riflessioni profonde, ironiche e poetiche sulla musica e sull’essere umano. Ascolta i brani direttamente su Spotify.

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Nel suo ultimo libro-saggio del 2022, che segue Chronicles Vol. 1 del 2004 e dopo aver ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura nel 2016, Bob Dylan riprende il filo del suo pensiero musicale attraverso 66 canzoni scritte da altri. Con The Philosophy of Modern Song (Feltrinelli, traduzione di Alessandro Carrera), Dylan esplora la natura della canzone popolare, la costruzione del verso, la “trappola delle rime facili”, il parallelismo tra bluegrass e heavy metal, offrendo una prosa dylaniana che è al contempo filosofica, poetica, ironica e umana

Le 66 canzoni scelte da Bob Dylan

Questa selezione di 66 brani rappresenta il cuore pulsante della filosofia della canzone moderna secondo Bob Dylan. Ogni pezzo racconta una storia unica, attraversando generi, epoche e stili che hanno influenzato profondamente la musica popolare.

  • 01. Detroit City Bobby Bare
  • 02. Pump It UpElvis Costello & The Attractions
  • 03. Without a SongPerry Como
  • 04. Take Me from This Garden of EvilJimmy Wages
  • 05. There Stands the GlassWebb Pierce
  • 06. Willy the Wandering Gypsy and MeBilly Joe Shaver
  • 07. Tutti Frutti Little Richard
  • 08. Money HoneyElvis Presley
  • 09. My Generation The Who
  • 10. Jesse JamesHarry McClintock
  • 11. Poor Little FoolRicky Nelson
  • 12. Pancho and LeftyWillie Nelson & Merle Haggard
  • 13. The Pretender Jackson Browne
  • 14. Mack the KnifeBobby Darin
  • 15. Whiffenpoof SongBing Crosby
  • 16. You Don’t Know Me Eddy Arnold
  • 17. Ball of ConfusionThe Temptations
  • 18. Poison LoveJohnnie & Jack
  • 19. Beyond the Sea Bobby Darin
  • 20. On the Road AgainWillie Nelson
  • 21. If You Don’t Know Me By Now Harold Melvin & the Blue Notes
  • 22. The Little White Cloud That Cried Johnnie Ray
  • 23. El PasoMarty Robbins
  • 24. Nelly Was a Lady – Alvin Youngblood Hart (scrittura Stephen Foster, cover di Linda Russell)
  • 25. Cheaper to Keep HerJohnnie Taylor
  • 26. I Got a WomanRay Charles
  • 27. CIA ManThe Fugs
  • 28. On the Street Where You LiveVic Damone
  • 29. Truckin’Grateful Dead
  • 30. Ruby, Are You Mad?Osborne Brothers
  • 31. Old Violin Johnny Paycheck
  • 32. Volare (Nel blu dipinto di blu) Domenico Modugno
  • 33. London CallingThe Clash
  • 34. Your Cheatin’ Heart Hank Williams
  • 35. Blue Bayou Roy Orbison
  • 36. Midnight RiderThe Allman Brothers Band
  • 37. Blue Suede Shoes Carl Perkins
  • 38. My Prayer The Platters
  • 39. Dirty Life and TimesWarren Zevon
  • 40. Doesn’t Hurt Anymore John Trudell
  • 41. Key to the Highway Little Walter
  • 42. Everybody Cryin’ MercyMose Allison
  • 43. War Edwin Starr
  • 44. Big RiverJohnny Cash & the Tennessee Two
  • 45. Feel So Good Sonny Burgess
  • 46. Blue MoonDean Martin
  • 47. Gypsies, Tramps & ThievesCher
  • 48. Keep My Skillet Good and GreasyUncle Dave Macon
  • 49. It’s All in the Game Tommy Edwards
  • 50. A Certain Girl Ernie K‑Doe
  • 51. I’ve Always Been CrazyWaylon Jennings
  • 52. Witchy WomanEagles
  • 53. Big Boss Man Jimmy Reed
  • 54. Long Tall SallyLittle Richard
  • 55. Old and Only in the WayCharlie Poole
  • 56. Black Magic Woman Santana
  • 57. By the Time I Get to PhoenixJimmy Webb
  • 58. Come On‑A My HouseRosemary Clooney
  • 59. Don’t Take Your Guns to TownJohnny Cash
  • 60. Come Rain or Come ShineJudy Garland
  • 61. Don’t Let Me Be MisunderstoodNina Simone
  • 62. Strangers in the NightFrank Sinatra
  • 63. Viva Las VegasElvis Presley
  • 64. Saturday Night at the MoviesThe Drifters
  • 65. Waist Deep in the Big MuddyPete Seeger
  • 66. Where or WhenDion

Ascoltala la Playlist

Atlante della musica popolare: radici e contaminazioni

Nel suo viaggio attraverso le 66 canzoni di Filosofia della canzone moderna, Bob Dylan costruisce un vero e proprio atlante della musica popolare, tracciando percorsi che vanno dalle radici del folk ai margini dell’underground, attraversando generi, epoche e stili con lucidità e ironia. Tra i temi più ricorrenti c’è il richiamo ai primordi del folk e del country, dove il minimalismo bruciante di brani come Keep My Skillet Good and Greasy (1924) o Jesse James si affianca alla purezza melodica di Your Cheatin’ Heart di Hank Williams. Qui Dylan sottolinea come “il bluegrass sia l’altra faccia dell’heavy metal” (pag. 143).

Il potere delle grandi voci classiche

Non manca poi una riflessione sul potere delle grandi voci classiche, da Perry Como (Without a Song) a Bing Crosby (Whiffenpoof Song), portatori di un’eleganza vocale che, per Dylan, trascende la tecnica e diventa pathos, pura presenza scenica. Il rock’n’roll e la rivoluzione pop sono affrontati con energia e attenzione critica: Tutti Frutti, Money Honey, My Generation, Long Tall Sally diventano emblemi di una forza ritmica liberatoria. Dylan li analizza alla luce della “trappola delle rime facili” (pag. 78) e di come la musicalità del verso possa essere al tempo stesso geniale e pericolosa.

Crossover di generi e musica impegnata

In alcune canzoni emerge il crossover tra i generi: brani come Volare, Beyond the Sea o Mack the Knife superano le barriere stilistiche, reinventando standard popolari in chiave personale, elegante, spesso sofisticata. C’è spazio anche per la musica come specchio della società: in Ball of Confusion, War e Waist Deep in the Big Muddy, Dylan individua il potere della canzone nel denunciare, interrogare, scuotere le coscienze. Qui la musica si fa veicolo politico, spirituale, esistenziale. Ampio rilievo viene dato alle intersezioni tra mainstream e outsider. Dylan dedica spazio a figure marginali o dimenticate come The Fugs, John Trudell o Sonny Burgess, valorizzando la loro autenticità e la capacità di raccontare un’America sotterranea, più vera di quella patinata.

Riflessioni intime e personali

Infine, molte canzoni offrono spunti per riflessioni soggettive e intime. Brani come Dirty Life and Times, Doesn’t Hurt Anymore o By the Time I Get to Phoenix sono per Dylan specchi interiori che parlano di perdita, solitudine, ferite esistenziali. Il senso della distanza, l’amore mancato, il tempo che scorre: tutto questo affiora nelle pieghe emotive della musica.

La playlist di Dylan

Per facilitarne la fruizione, è disponibile su Spotify la playlist con tutte le 66 canzoni selezionate da Bob Dylan, nella sequenza esatta del libroFilosofia della canzone moderna”. Buon ascolto. (La redazione)

✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 11 Luglio 2025