Pubblicato nel 1990 e dedicato al Leoncavallo, Kriminale dei Ritmo Tribale è un album che fonde rock, punk e ribellione. Con testi di denuncia sociale e un’energia cruda, segna una tappa fondamentale del rock italiano, diventando simbolo di resistenza e voce di una generazione.
Ritmo Tribale (1990)
Nel 1990, i Ritmo Tribale pubblicano Kriminale per l’etichetta indipendente Vox Pop. È un disco che rappresenta una svolta non solo per la band milanese, ma per l’intero panorama del rock alternativo italiano degli anni Novanta. Crudo, diretto, feroce: Kriminale unisce le sonorità del rock, del punk e dell’hardcore, mantenendo sempre una forte impronta sociale. Non è solo un album, ma un manifesto, come si evince anche dalla dedica interna al vinile “Questo disco è dedicato al Leoncavallo e a chi vuole distruggerlo” e dalla foto di copertina: “Leoncavallo 16/8/89” – graffito di Atomo & Swarz. Un lavoro discografico che lega indissolubilmente il disco alla realtà dei centri sociali e alla lotta per gli spazi autogestiti.
Tornato alla ribalta proprio in questi giorni, il Leoncavallo, centro sociale milanese, è stato negli anni Ottanta e Novanta uno dei simboli della controcultura giovanile, tra concerti, dibattiti e iniziative politiche. Punto di riferimento per la scena underground, era allo stesso tempo luogo di aggregazione e bersaglio costante delle autorità, con sgomberi, contestazioni e riappropriazioni. È in questo ambiente che i Ritmo Tribale muovono i primi passi: una band che nasce nel 1984 e che trova proprio in quel tessuto sociale e culturale la propria identità ribelle, capace di trasformare la musica in denuncia e resistenza.
Dopo l’esordio con Bocca Chiusa (1988), i Ritmo Tribale registrano nel 1990 Kriminale presso il Bips di Milano. È il primo disco con Stefano “Edda” Rampoldi alla voce, figura destinata a diventare centrale per il carisma e la veemenza sul palco. L’album vede anche la collaborazione del tastierista Luca “Talia” Accardi, che contribuisce a espandere le sonorità della band in brani come La città e Guilty. Il risultato è un lavoro che unisce durezza e melodia, rabbia e riflessione, e che riesce a dare forma compiuta al suono dei Ritmo Tribali.
Kriminale è un disco che parla di alienazione, violenza e ingiustizia sociale. Ogni traccia è intrisa di critica, senza compromessi né addolcimenti. L’energia delle chitarre e la potenza ritmica spingono testi che denunciano il conformismo e le contraddizioni del vivere quotidiano. I Ritmo Tribale si fanno così voce di una generazione che rifiuta etichette e imposizioni, trovando nella musica non solo un mezzo espressivo ma un atto politico. Non sorprende che la critica internazionale lo accolga positivamente: Maximum Rock’n’Roll, rivista di riferimento del punk, recensisce l’album, aprendo alla band le porte di festival europei e persino di un’esibizione a New York durante il New Music Seminar.
Pubblicato oltre trent’anni fa, Kriminale conserva intatta la sua forza. È stato il primo grande passo di una carriera che porterà i Ritmo Tribale a realizzare dischi importanti come Mantra (1994) e Psycorsonica (1995), influenzando profondamente il rock italiano degli anni Novanta e aprendo la strada a gruppi come Afterhours e Negrita. Oggi, il Leoncavallo continua a esistere nonostante i tentativi di sgombero, e la dedica incisa dentro Kriminale resta un monito e una testimonianza: la musica può essere resistenza, memoria e lotta.
Kriminale non è solo un album dei Ritmo Tribale: è il ritratto di un’epoca fatta di tensioni sociali, occupazioni, ribellioni e creatività libera. La sua importanza va oltre le note: è un pezzo di storia della cultura alternativa italiana. Ascoltarlo oggi significa immergersi in quel clima, ma anche ritrovare un’energia che resta attuale, capace di parlare ancora alle nuove generazioni. Perché la rabbia e la speranza che animavano i Ritmo Tribale nel 1990 non appartengono al passato, ma continuano a pulsare, forti e necessarie, nel presente. (La redazione)
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