Il disco in evidenza: City of Clowns, 2025, Marie Davidson

City of Clowns è il nuovo album della canadese Marie Davidson, uscito il 28 febbraio 2025 per Heavy Trip. Il disco segna un ritorno al club con influenze pop, mescolando le atmosfere di Working Class Woman e Renegade Breakdown. Un lavoro originale che affronta il tema del potere delle Big Tech.

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Il 28 febbraio 2025 è uscito City of Clowns, il nuovo lavoro di Marie Davidson per Heavy Trip. L’artista franco-canadese, da sempre considerata una delle voci più originali della scena elettronica, torna con un progetto che unisce il suo passato legato al clubbing con le sperimentazioni pop dei lavori più recenti.

Le radici e le prime esplorazioni

Fin dal debutto con Perte d’identité nel 2014, Davidson ha mostrato una scrittura musicale fuori dagli schemi. Con quell’album ha posto le basi per una fusione tra elettronica organica e narrazione introspettiva. I dischi successivi hanno progressivamente ampliato la sua gamma sonora, fino a raggiungere l’intensità di Working Class Woman nel 2018, nominato al Polaris Music Prize. In quell’opera, la producer ha messo in discussione le contraddizioni della cultura dei club, dando vita a una miscela feroce di techno e spoken word che l’ha imposta come figura centrale della musica elettronica contemporanea.

La svolta di Renegade Breakdown

Nel 2020, con Renegade Breakdown, l’artista ha deciso di allontanarsi dalle piste da ballo. Il disco, scritto insieme al marito Pierre Guerineau e al produttore Asaël Robitaille, ha dato vita a un trio capace di integrare jazz, chanson francese ed elettronica sperimentale. Per la prima volta, Davidson ha messo in primo piano la sua voce, aprendo a nuove possibilità creative.

Il ritorno con City of Clowns

Con City of Clowns, la musicista firma il suo sesto album in studio, un ritorno al club ma con una nuova prospettiva. Alcuni tratti di Working Class Woman riaffiorano nei ritmi techno e nei testi taglienti, ma si intrecciano con le strutture pop e le melodie già sperimentate in Renegade Breakdown. Questa volta, però, il bersaglio non è la cultura notturna. L’album punta il dito contro un antagonista diverso: le grandi aziende tecnologiche. Il risultato è un’opera che riflette sulle trasformazioni sociali e sul rapporto tra individuo e potere digitale, senza rinunciare a una forte identità sonora.

Conclusione

City of Clowns rappresenta un’evoluzione coerente nel percorso di Marie Davidson, capace di fondere critica sociale, introspezione e una ricerca musicale mai convenzionale. È un album che guarda al passato e al futuro allo stesso tempo, riaffermando la posizione dell’artista come una delle figure più innovative della scena elettronica internazionale. (La redazione)

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