Il disco in evidenza: Daylight Daylight, 2025, Steve Gunn

Daylight Daylight segna il ritorno di Steve Gunn con un album intimo e rarefatto prodotto da James Elkington. Sette brani costruiti su chitarre, archi e fiati creano paesaggi sonori sospesi, tra luce e ombra. Un viaggio meditativo che conferma la sensibilità unica del chitarrista americano.

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L’uscita di Daylight Daylight, settimo album in studio del chitarrista statunitense Steve Gunn, segna un nuovo capitolo nella sua lunga esplorazione del rock chitarristico sperimentale. Pubblicato il 7 novembre 2025, il disco nasce a Chicago sotto la guida del produttore James Elkington, già al fianco dell’artista in un precedente lavoro. L’album mostra un approccio più essenziale e meditativo, costruito su atmosfere sospese e su un dialogo intimo tra chitarre, archi e fiati.

Un ritorno alla collaborazione con James Elkington

Il progetto riporta Gunn a collaborare con l’amico chitarrista e arrangiatore Elkington, che contribuisce a definire un suono elegante e minimale. Le registrazioni principali provengono dalle loro performance con interventi aggiuntivi di Nick Macri, Hunter Diamond, Ben Whiteley e Macie Stewart. L’album si sviluppa come un mosaico di dettagli minimi, dove ogni elemento sonoro emerge con delicatezza senza interrompere l’equilibrio complessivo.

Un paesaggio sonoro onirico e sospeso

Gli arrangiamenti accolgono viole, violini, violoncello, contrabbasso e fiati, ma la ricchezza timbrica non appesantisce mai l’ascolto. L’atmosfera rimane impalpabile, quasi notturna, sostenuta da una voce morbida e presente che invita l’ascoltatore in un percorso interiore. Le sette tracce evocano un senso di quiete e contemplazione, tra visioni cosmiche e riflessioni sulle fragilità quotidiane.

Una poetica dell’essenziale

In Daylight Daylight, Gunn sceglie un linguaggio musicale asciutto. Un sussurro di sintetizzatore, una sovraincisione leggera di chitarra o una percussione appena accennata bastano per costruire scenari emotivi intensi. Il disco appare come una guida attraverso territori immaginari, in cui ombra e luce convivono senza contrasto. La dimensione raccolta del lavoro favorisce un ascolto immersivo, quasi terapeutico.

Un viaggio delicato nel cuore della materia sonora

Daylight Daylight conferma la capacità di Steve Gunn di reinventare continuamente il proprio linguaggio musicale. La nuova collaborazione con James Elkington genera un’opera che non richiede clamore: punta invece sulla sottrazione e sul respiro. Il risultato è un album che invita alla contemplazione, offrendo un rifugio sonoro in cui perdersi con serenità. (La redazione)

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