Il duo britannico Smith & Liddle debutta con l’album Songs For The Desert

Tra chitarre jangly, armonie morbide e atmosfere West Coast, "Songs for the Desert" di Smith & Liddle è un viaggio di 35 minuti che profuma di nostalgia, highway e calore analogico. Un disco che non rivoluziona, ma ricorda quanto può essere liberatorio staccare dalle notifiche e lasciarsi trasportare dalla musica.

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C’è un che di miracoloso nel fatto che, mentre il mondo discute se Taylor Swift stia riscrivendo la geopolitica globale, due ragazzi del Nord-Est inglese riescano a farci immaginare un tramonto californiano nel ’71. Songs For The Desert, il debutto discografico del duo Smith & Liddle, è il tipo di album che fa venire voglia di comprare una Camaro usata per correre verso l’orizzonte, anche se si vive in un quartiere dove l’unico deserto è quello emotivo.

Un tuffo nella West Coast anni ’70

Il disco si apre con Piece of You e Eyes on You, due brani con chitarre jangly e armonie vocali levigate quanto un reel di ASMR. L’universo musicale di Smith & Liddle pesca a piene mani dal soft rock dei Fleetwood Mac, dal folk solare dei Mamas and The Papas e dall’AOR vellutato dei Doobie Brothers, insomma, la coppia ha studiato la West Coast come noi studiavamo Breaking Bad: con devozione e un pizzico di dipendenza.

Il trittico della dolcezza solare

Le successive Stay a WhileMinute Ago e New Day confermano la vocazione del duo per un soft rock pulito, solare, di quelli che scorrono senza inciampi. È un trittico che profuma di highway e nostalgia controllata. Mentre le più malinconiche The Moon Does Slide e No Place mostrano un lato più intimo, che ricorda a intervalli regolari che sì, il mondo va a rotoli, ma almeno le armonie vocali possono ancora essere fatte bene.

Un viaggio breve ma pieno di calore

​In totale il disco dura solo circa 35 minuti ma durante 9 tracce trasporta l’ascoltatore in un ‘road-trip’ interiore col finestrino abbassato. In un’epoca di playlist infinite e remix dell’IA, un disco registrato in analogico e pieno di calore umano è una piccola ribellione. Songs for the Desert non rivoluzionerà il panorama musicale, ma per più di mezz’ora ti ricorda che il mondo può andare avanti anche se non guardi subito le notifiche. (Adaja Inira)

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