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Istruzione e lavoro in Italia: i principali risultati del report Istat 2024

In Italia cresce l’occupazione di diplomati e laureati e diminuiscono i divari Nord-Mezzogiorno, pur restando elevati. Aumentano le differenze di genere nell’istruzione e persiste un forte vantaggio occupazionale per chi ha un titolo terziario. Il report 2024 dell'Istat analizza i livelli di istruzione e i ritorni occupazionali del nostro Paese.

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Il report “Livelli di istruzione e ritorni occupazionali – Anno 2024” dell’Istat, basato sui dati della rilevazione sulle forze di lavoro, offre un quadro aggiornato della relazione tra formazione e partecipazione al mercato del lavoro. L’analisi mette in luce l’evoluzione dei livelli di istruzione della popolazione, le differenze territoriali e di genere e il valore dei titoli di studio in termini occupazionali.

Divari territoriali in calo per i laureati

Secondo Istat (2024), il tasso di occupazione dei laureati continua a mostrare un progressivo avvicinamento tra Nord e Mezzogiorno.
Tra i 25-64enni il divario scende a 11 punti (88,3% contro 77,3%), rispetto agli 11,9 del 2023 e ai 15,7 del 2018. Anche tra i 30-34enni la distanza diminuisce, pur restando più ampia: 17,8 punti contro i 19,8 del 2023. In crescita anche l’occupazione dei neo diplomati (60,6%, +0,9 punti) e dei neo laureati (77,3%, +1,9 punti). Contestualmente, cala la quota di lavoratori a termine, che passa dal 13,6% al 12,6% tra i 25-64enni.

Laureati: la crescita resta inferiore alla media europea

Istat evidenzia che il 44,4% dei 25-64enni possiede un diploma di scuola secondaria superiore, una quota in linea con la media europea. Diversa la situazione dei titoli terziari: in Italia il 22,3% ha una laurea, contro una media Ue27 del 36,1%. Poiché l’aumento dei laureati italiani tra 2023 e 2024 (+0,7 punti) è inferiore a quello europeo (+1 punto), il divario resta invariato. L’Italia si colloca così al penultimo posto tra i Paesi Ue, subito sopra la Romania.

Differenze di genere in aumento

Il report Istat rileva che nel 2024 le donne risultano più istruite degli uomini: il 69,4% delle 25-64enni ha almeno un diploma o una qualifica (contro il 64% degli uomini), e il 25,9% possiede un titolo terziario (18,7% per gli uomini). Le differenze di genere, più accentuate rispetto alla media europea, sono in aumento.

Territorialmente, il Mezzogiorno mostra i livelli di istruzione più bassi, seppur con un lieve miglioramento nei titoli terziari rispetto al 2018.

Il “premio” occupazionale della laurea resta elevato

Nel 2024, il tasso di occupazione dei 25-64enni raggiunge il 70,1%. Tra i laureati sale all’84,7%, superando di 10,7 punti i diplomati (74%) e di 29,7 punti chi ha un titolo basso (55%). Anche il tasso di disoccupazione mostra un marcato vantaggio per i laureati (3,2%), rispetto a diplomati (5,3%) e persone con titolo inferiore (9,1%). Pur registrando lievi convergenze, il report conferma un significativo premio occupazionale legato all’istruzione. A livello europeo, il tasso di occupazione dei laureati Ue27 (87,8%) resta 3,1 punti sopra quello italiano.

Divari territoriali in diminuzione, ma ancora ampi

Secondo Istat, nel Mezzogiorno i tassi di occupazione aumentano più rapidamente rispetto al Nord per tutti i livelli di istruzione, determinando una riduzione dei divari. Restano però differenze marcate: -23,2 punti per i bassi titoli, -19,9 per i medi e -11 per i titoli terziari. Anche i tassi di disoccupazione sono più elevati, con differenziali che arrivano fino a +10,6 punti.

Donne: più istruite ma meno occupate

Il tasso di occupazione femminile (60,1%) resta 20 punti sotto quello maschile (80,1%). Le differenze di genere sono maggiori tra chi ha titoli bassi (33,5 punti) e si riducono tra i laureati (7,2 punti). Il confronto europeo mostra un forte svantaggio per le donne italiane, che però diminuisce al crescere del titolo di studio. L’unico miglioramento nel 2024 riguarda le diplomate, grazie a un aumento dell’occupazione superiore a quello delle coetanee europee.

Stranieri: cresce l’occupazione dei meno istruiti, cala quella dei laureati

Il report Istat segnala un aumento del tasso di occupazione tra gli stranieri con titolo basso (65%, +1,3 punti) e medio (69,9%).
Al contrario, cala l’occupazione dei laureati stranieri (69%, -0,6), ampliando la distanza con gli italiani laureati (85,7%). In questo gruppo, il tasso risulta perfino inferiore a quello degli stranieri diplomati.

Conclusioni

Il quadro delineato dall’Istat mostra un mercato del lavoro in miglioramento, con crescita diffusa dei tassi di occupazione e una riduzione graduale dei divari territoriali. Persistono tuttavia differenze rilevanti per genere, area geografica e cittadinanza, mentre il livello di istruzione continua a rappresentare un fattore decisivo per l’accesso all’occupazione e la qualità delle opportunità lavorative. (La redazione)

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