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Le uova d’oro di Foolica Records

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LE UOVA D’ORO DI FOOLICA RECORDS di Nicola Guerra
Qualcosa si sta muovendo nel sottosuolo dell’underground italiano. Come dei piccoli “tremors” i gruppi cercano sostegno e posti nei quali suonare, nonché protezione e tutela per poter coltivare il talento. Chioccia, anzi gallina con qualche uova d’oro nel paniere è Foolica Records, etichetta indipendente attiva dal 2008 che in questi anni ha cercato di allargare la sua formazione cercando di non fossilizzarsi soltanto su un genere, ma assecondando l’istinto e garantendo continuità a progetti musicali difficili da catalogare. Ci sono etichette nel mondo che dettano i tempi perché conoscono bene il proprio genere o giganti che hanno deciso di non essere (più) catalogabili distribuendo solamente buona musica a prescindere dal genere (Sub Pop su tutte). Foolica Records ha deciso di adottare la politica della “terra di mezzo”, così da proporre musica di qualità senza preoccuparsi della “classificazione”, che però rimane facilmente identificabile in quanto segue la stessa direzione per ogni gruppo prodotto: arrivare a suonare il più possibile. Così se l’Italia rimane ancora un paese per vecchi, la chioccia porta i suoi pulcini ad ingrossare il piumaggio altrove. Succede così che gli R’s gonfiano il petto a New York, i Vickers (grandissima pop band) suonano più in UK che altrove mentre gli Heike Has The Giggles aprono gli show ai Kills e agli Artic Monkeys. Questo breve articolo non vuole essere né una recensione né un comunicato stampa ma semplicemente una fotografia istantanea di quello che Foolica sta promuovendo in questi mesi. A voi carta e penna o semplicemente copia incolla con destinazione youtube.


NEW CANDYS. Stars Reach the Abyss – Nuovi entrati con all’attivo un solo EP registrato da Matt dei Mojomatics, questi quattro ragazzi di Treviso sono la risposta italiana ai Black Angels. Amanti della psichedelia drogata e dello shogaze fluttuante ed oscuro, licenziano un esordio notevole che oscilla tra luce e buio infiltrandosi tra note di sitar e attitudine r’n’r di matrice sixties. Imperdibile. (N.G.)

Leggi anche l’intervista di Alessio Zago.


THE R’S. Empire Mickey – EP di cinque brani che testimonia la crescita di un gruppo sempre alla ricerca di novità (prima si chiamavano The Records, remember?). Dal pop sognante dei primi due dischi al r’n’r d’impatto graffiato dall’organo che non concede tregua. Un disco a “presa diretta” che chiama i Jam di Paul Weller nonostante il 77 sia passato da un pezzo. (N.G.)


LOW FREQENCY CLUB. Mission – West Coast faceva ballare ma doveva smussare gli angoli tamarri di un suono pieno di groove. Mission è il cambiamento che non ti aspetti; elettronica da club ancora piena di groove ma scura come la notte. La perdita dell’innocenza attraverso un suono che rallenta le gambe ma che asfissia il cuore. (N.G.)


HOT GOSSIP. Hopeless – Terzo disco per un gruppo che ha trovato la propria strada. Buia e piena d’insidie ma scintillante di bagliori neo-psichedelici. Un connubio tra british sound, anni settanta e pastiglie Primal Scream. Scritto, prodotto e suonato da Giulio Calvino, cavaliere non più inesistente! (N.G.)


DID. Belong to You – Il gruppo torinese torna con un EP dopo l’album Kumar del 2009. Registrato a Torino e masterizzato a New York, il suono dei DID è il ponte che congiunge la città italiana più “aperta” a queste sonorità con la grande mela. Dance mutante ed electro word scorrono anche sotto la nostra pelle che veneriamo contemporaneamente S. Gennaro e David Byrne. (N.G.)


EDIPO. Bacio Battaglia – Cantautore sghembo al quale non è stato concesso il palco dell’Ariston (dove avrebbe presentato “Tu non capisci un pazzo”), Edipo si prende la rivincita con un album divertente ed ironico, molto low-fi ma ricco di spunti chiamato Bacio Battaglia. Se “Il sorprendente esordio dei cani” vi era piaciuto, questo disco vi farà credere che decantare cinismo in chiave pop è ancora possibile. (N.G.)


HEIKE HAS THE GIGGLESCrowd Surfing – Onestissima power/rock’n’roll band con lo spirito adolescenziale che abbiamo già incontrato sui palchi di mezza Italia. Lasciarsi andare a questo disco per ritrovare la fatidica innocenza… (N.G.)

Ora però non lamentate più il fatto che in Italia non si produce buona musica. Pensiamo invece a consumare e a pubblicizzare che a sfondare c’è sempre tempo.

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