Categorie: Articolo

La trappola della Rete: sesso, droga, soldi e trap | Speciale

Pubblicato da


Checché se ne dica, anche nel nostro Paese la musica trap sta scalando le classifiche di vendita, facendo emergere tra l’altro un discreto numero di personaggi italiani fino a ieri sconosciuti. Giovani spavaldi, dalla faccia tosta, che hanno fatto del web e del vuoto ideologico dettato dalla globalizzazione il proprio stile di vita.

Nato nel sud degli Stati Uniti d’America tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Zero come prosecuzione di certo hip hop periferico e alternativo legato alle zone di spaccio di droga, il genere trap vede i suoi primi paladini internazionali negli antesignani André 3000, Big Boi, Cool Breeze e Sleepy Brown (tanto per citarne qualcuno), trovando conferma poi in nomi quali Waka Flocka Flame, Gucci Mane e Jeezy (anche qui giusto per fare qualche nome).

Violenza, emarginazione e degrado sono gli elementi di un ambiente suburbano che stimolano i suoi abitanti, che non sentono altro che il bisogno di successo, denaro e divertimento.

Una voglia di riscatto che utilizza i mezzi più semplici ed economici di oggi, ovvero un pc, uno smartphone e internet, e che a colpi di suoni campionati, drum-machine, autotune e rime “cool”, e spesso prive di senso, danno vita alla musica trap.

L’atteggiamento del trapper non può essere che sfrontato, così come il suo abbigliamento kitch e il suo linguaggio, confuso ma sicuramente a effetto. Caratteristiche che diventano dei veri e propri punti di rifermento per i tantissimi giovani internauti che, in assenza di ideali e prospettive, vedono in questa musica un motivo di evasione e rivalsa.

A partire dal 2010 dilaga sempre di più grazie a YouTube e ai tantissimi social network che riempono ogni angolo della nostra vita virtuale, dettando – manco a dirlo – le regole ai vecchi media istituzionali quali radio e televisioni. E alla faccia dei Talent Show. Non a caso è grazie alla Rete che la (il) trap diventa mainstream, conquistando le classifiche di tutto il mondo e contaminandosi persino con altri generi pop.

Arriva alla grande anche in Italia, e per rendersene conto basta fare un salto sul sito della FIMI e leggere le hit della settimana. Usciranno fuori nomi ben noti oggi, come Sfera Ebbasta, Gemitaiz, Capo Plaza, Ghali, Tedua… Protagonisti per un giorno, un mese, un anno e chissà per quanto altro tempo ancora di un nuovo fenomeno che, piaccia o meno, sembra aver scosso l’ambiente musicale minandone i capisaldi.

Una scena edonista che investe e coinvolge milioni di giovani e soprattutto giovanissimi, spesso senza radici e senza un vero obiettivo, se non quello di godere, divertirsi e far parlare di sé attraverso un atteggiamento spocchioso in bilico tra disagio sociale e voyeurismo.

Una specie di Punk del terzo millennio che però si conforma e si adatta al Sistema, generando un vero e proprio cortocircuito (o truffa?) che rischia di intrappolare tutti in quel vortice inarrestabile fatto di sesso, droga, soldi e trap. Con buona pace del vecchio caro rock and roll. (La redazione)

Se vuoi segnalarci un errore o dirci qualcosa, scrivici a musicletter@gmail.com. Se invece ti piace quello che facciamo, clicca qui e supportaci con una piccola donazione via PayPal, oppure acquista su Amazon il nostro utile quaderno degli appunti o qualsiasi altro prodotto. Infine, puoi aquistare un qualsiasi biglietto su TicketOne e anche seguirci su Telegram. Grazie

✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 4 Maggio 2018

MUSICLETTER.IT

Musica, cultura e informazione (dal 2005)