Emma Tricca: la grazia, il talento e il coraggio di una delle migliori cantautrici folk della scena internazionale | Intervista

Il 20 aprile 2018 è uscito St. Peter, terzo lavoro sulla lunga distanza di Emma Tricca, cantautrice folk italiana di stanza a Londra.

Lo scorso 20 aprile è uscito St. Peter, terzo lavoro sulla lunga distanza di Emma Tricca, cantautrice folk italiana di stanza a Londra. Un album magico e dalla bellezza cristallina come la sua voce che, con candore e poesia, trasporta l’ascoltatore in un dimensione onirica e visionaria, anche se la musicista sottolinea di limitarsi “a osservare la realtà”.

Sono dieci le canzoni che compongono St. Peter, tutte di un piacere unico e commovente che evidenziano, ancora una volta, il talento e la passione di questa piccola grande artista che non ha alcun timore di andare avanti per la sua strada. Una strada piccola, a volte tortuosa, ma non priva di soddisfazioni e riconoscimenti da parte del pubblico e della critica specializzata internazionale.

Un percorso coraggioso che nel tempo l’ha portata a incontrare personaggi come Jason Victor (The Dream Syndicate), Steve Shelley (Sonic Youth), Howe Gelb (Giant Sand) e Judy Collins che, senza pensarci due volte, hanno deciso di dare il proprio contributo a questa meraviglia del 2018, registrata in gran parte a Hoboken, New Jersey.

Rapiti dalla grazia di St. Peter (Dell’Orso Records, 2018), abbiamo deciso di rivolgere qualche domanda alla folk singer italiana che, nonostante i numerosi impegni, ci ha voluto dedicare un po’ del suo tempo. La breve intervista che segue infatti è il risultato di un veloce e interessante scambio di messaggi con Emma Tricca. Buona lettura. (La redazione)

Intervista a Emma Tricca di L.D.
Emma Tricca
Partiamo subito dal tuo ultimo lavoro “St. Peter”. Come sei arrivata a realizzare questa piccola meraviglia e che tipo di approccio hai avuto nello scrivere queste nuove canzoni?
Non saprei. In realtà lascio che le cose arrivino da sé. In genere un’idea arriva già firmata. Ci sono cose che avevo nel cassetto e che finalmente ho potuto usare.

A questo nuovo album partecipano nomi importanti come Steve Shelley, Jason Victor, Howe Gelb e Judy Collins, ma al di là di ciò, c’è un ingrediente segreto, esclusivo, che hai messo dentro questo disco e che finora non avevi mai osato di mettere?
Gli arrangiamenti sono completamente diversi. Era lì che volevo arrivare.

Possiamo definire St. Peter “il disco della maturità”?
No, è lontano da ciò.

“San Pietro” è anche un modo di avvicinarsi a Dio?
Assolutamente no. Era solo il titolo giusto per come suona.

Torniamo alle collaborazioni di cui sopra: ci racconti come sono nate?
Io e Jason (Victor, ndr) ci conosciamo da molto tempo. Ci siamo conosciuti ad Austin. Abbiamo sempre flirtato con l’idea di una collaborazione e quando è arrivato il momento lui stava lavorando con Steve (Shelley, ndr) e così abbiamo coinvolto anche quest’ultimo. È stato quindi tutto naturale, non sono andato a cercare persone famose con il lanternino affinché suonassero nel mio disco. È accaduto tutto naturalmente.

E Howe Gelb?
Amo Howe Gelb e la sua voce, così ho chiesto a Jason se potesse fare da ponte ed è capitato che i due suonassero insieme proprio nei giorni in cui ho avuto quest’idea. Queste cose non si possono forzare o studiare a tavolino.

Sei italiana, ma vivi a Londra da diversi anni, scrivi canzoni sostanzialmente folk e visionarie e canti splendidamente in inglese. Ecco, mi chiedo, quanto coraggio ci vuole oggi a fare musica come la tua senza perdersi d’animo?
Non accendo mai la TV.

Sei mai stata tentata di cantare in italiano e tornare a vivere in Italia?
Ho fatto un pezzo in italiano con Bruno Dorella per un film con Patrick Stewart, ma al di là di questo non ci penso molto.

Nel tuo viaggio musicale quanto è importante l’aspetto onirico?
Non capisco mai questa domanda. È troppo intellettuale per me. Il mio lavoro è molto più incentrato sulla realtà e la politica di quanto si pensi. È osservare la realtà.

E quanto è importante un po’ di “follia”? Te lo chiedo perché, se non ricordo male, qualche anno fa vidi una foto di te compiaciuta in compagnia di Daniel Johnston.
Chi è sano di mente scagli la prima pietra.

Ci sono artisti, internazionali e italiani, che oggi apprezzi particolarmente?
Non saprei da dove iniziare. Sono molti e adesso ho davvero poco tempo per parlarne.

Quando ti vedremo in concerto nella nostra amata/odiata Italia?
Sarò in Italia dal 16 al 21 giugno. Partirò da Roma e finirò a Ravenna.

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