La bellezza di certi artisti è che continuano a fare ottima musica a prescindere da tutto ciò che accade intorno.
Nazarin, cantautore siciliano di cui conosciamo bene storia e carriera, pubblica un nuovo disco di classe e qualità, mantenendo i suoi standard alti, senza discostarsi per un attimo da ciò che eravamo abituati ascoltare.
La bellezza di certi artisti è che continuano a fare ottima musica a prescindere da tutto ciò che accade intorno.
Nazarin va avanti con il suo folk pop misto a sperimentazione e a qualcosa di non strettamente etichettabile.
L’album in questione, intitolato 1981, è la fotografia esatta di ciò che adesso è il cantautore, un biglietto da visita per quegli artisti di nicchia ascoltati magari da pochi ma buoni.
Ogni brano ha la sua storia e il suo percorso, ciascuno dei quali potrebbe essere un potenziale singolo. A partire da Genesi a Girotondo ad Aspettando l’alba, ogni traccia del disco potrebbe in qualche modo far da scuola a una nuova scena cantautorale.
La saggezza nella scelta degli arrangiamenti, nell’ideazione e nelle collaborazioni di 1981 è piacere per le orecchie.
A distanza di più di sette anni da La mattanza dei Diavoli, Nazarin (all’anagrafe di Catania Salvo Ladduca) si conferma dunque un cantautore dal piglio affascinante e seducente in grado di imporsi sul panorama indipendente italiano attraverso canzoni intense e mai mediocri. E l’ottimo 1981 ne è senza dubbio la migliore conferma. (Lorenzo D’Antoni)
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