Vasco Brondi spegne Le luci della centrale elettrica con un doppio disco e un libro in uscita | News

Le luci della centrale elettrica
Con un post apparso oggi, mercoledì 3 ottobre 2018, sulla sua pagina Facebook ufficiale, Vasco Brondi dichiara che il progetto Le luci della centrale elettrica è giunto al capolinea.

A distanza quindi di dieci anni dal meraviglioso Canzoni da spiaggia deturpata (2008) e con l’uscita del nuovo doppio disco 2008/2018: tra la via Emilia e la Via Lattea, il cantautore ferrarese ha deciso di spegnere Le luci della centrale elettrica senza un perché ben preciso: “Non so ancora spiegarmi del tutto il motivo, ma è una cosa che percepisco con grande sicurezza e serenità“.

“Sento oggi di poter chiudere un progetto nato all’improvviso e con stupore dieci anni fa e che si è evoluto tantissimo nel tempo, cambiando insieme a me, regalandomi anche un “futuro inverosimile”, scrive Vasco Brondi nel messaggio social, che continua: “È arrivato il momento di alleggerirsi, di ripartire in altre direzioni e di farlo senza questo nome, credo sia rispettoso non utilizzarlo solo come sostegno o scudo”.

Una notizia che ha sorpreso un po’ tutti, fan e addetti ai lavori, alla luce di lavori come Per ora noi la chiameremo felicità (2010), Costellazioni (2014) e Terra (2017), in qualche modo diversi tra loro e soprattutto dall’album di debutto, ma che hanno sempre saputo mettere in evidenza il talento artistico e l’anima del musicista veneto.

Una profondità d’animo che viene fuori anche dal resto del comunicato: “Quando ho iniziato ero un ragazzino, sono cresciuto all’interno delle Luci e sono cresciuto in pubblico, e credo che questo processo sia giunto a una fine. Proprio il nome, Le luci della centrale elettrica, per me è stato molto importante fin dalla prima volta che mi è venuto in mente: è un nome corale, controproducente, sembra quello di una band – anche se ero sempre io da solo – dietro cui mi sono anche nascosto, da cui a volte mi sono fatto proteggere. Molte persone tuttora sono convinte sia un gruppo, e per me è stato un bel gioco, un aiuto, anche se poi mi ha forse reso più impreparato a essere accerchiato, fotografato, insultato, idolatrato. Un gioco a nascondino che ha funzionato solo fino a un certo punto. Sento che sono cambiate tante cose e che è arrivato il momento di fare spazio ad altro, per la bellezza e la follia di ricominciare.”

Dal post si legge anche che presto uscirà anche una sua biografia, o qualcosa del genere, scritta con Tiziana Lo Porto: “Ho cercato di raccontare questi dieci anni in un libro, con l’aiuto di Tiziana Lo Porto. Uscirà il mese prossimo e si intitola semplicemente Le luci della centrale elettrica e dentro ha il racconto in prima persona di questi dieci anni visti da dentro e visti dal finestrino, ci sono gli appunti, le voci degli amici incontrati per strada, i disegni, le foto e le grandi imprese nate per caso.

Il messaggio integrale apparso su FB, che si può leggere qui, si conclude così: “Per moltissime persone questo progetto si chiude senza che ne abbiano neanche mai sospettato l’esistenza e anche questo mi diverte molto, relativizza tutto. Chissà se un segno minimo in questo tempo è stato lasciato, orme sulla sabbia che un po’ di vento cancella ma che per qualche strano motivo qualcuno ricorderà per un po’, anche se sono orme qualsiasi di essere umano in cammino, di passaggio. Volevo ringraziarvi tantissimo ma per questo non ci sono parole, grazie a chi è cresciuto con queste luci della centrale elettrica, a chi mi ha incrociato, incoraggiato o semplicemente ascoltato. Grazie per l’accoglienza. E soprattutto grazie alle persone che mi sono state vicine realmente indipendentemente dalle luci. Grazie!”

Non ci resta quindi che augurare a Vasco Brondi un futuro pieno di nuove soddisfazioni. (La redazione)

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