«The Great Escape» di IKE, tra jazz ed elettronica

L’idea fondante dell’album è nata a metà del 2019, quando IKE ha iniziato a collaborare con la cantautrice e attrice americana Sera Kalo.

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La musica di Isaac de Martin, in arte IKE, fonde sapientemente influenze jazz e elettroniche in atmosfere calde, raffinate, e spesso dal sapore cinematico. Non sorprende più di tanto incontrare un certo ecletticismo in un compositore, produttore e chitarrista residente a Berlino che è figlio di italiani emigranti in Inghilterra amanti della musica, è diplomato in jazz al conservatorio, attività concertistica e di collaborazione e sperimentazione creativa con artisti di vari paesi e discipline.

The Great Escape, il suo secondo lavoro pubblicato sotto lo pseudonimo IKE e uscito l’8 aprile 2022 per Four Flies Records, è una raccolta di canzoni e brani strumentali che affrontano un tema comune: la fuga dalla società tecno-scientifica, o i possibili antidoti alla stessa. Nel suo insieme, l’album è un invito a guardarci dentro con coraggio per tornare al bambino interiore che è in tutti noi, a quella dimensione spontanea e istintiva dell’immaginazione, della libertà, dei ritmi della natura.

L’idea fondante dell’album è nata a metà del 2019, quando IKE ha iniziato a collaborare con la cantautrice e attrice americana Sera Kalo.

L’interpretazione vocale dirompente di Sera, le sue melodie piene di soul, e i suoi testi sinceri non solo si sono integrati meravigliosamente con le composizioni nu jazz di IKE, ma le canzoni che i due hanno composto insieme sono state l’origi- ne di una precisa visione creativa che IKE ha esplorato e cercato di catturare nel corso dell’anno successivo, arruolando a tal fine talentuosissimi musicisti americani, inglesi, scandinavi e, ovviamente, italiani.

Registrato in svariate location da IKE stesso, l’album è stato poi affidato per il missaggio a Nene Baratto del Big Snuff Studio di Berlino, e per il mastering a Fabrizio De Carolis del Reference Mastering Studio di Roma. Copertina e artwork sono opera del grafico italiano Franz Longhi che, in linea con il tema dell’album, ha enfatizzato la dimensione analogica con il lettering dipinto a mano sulle fotografie stampate e rilavorate in Xerox. (La redazione)

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