Nel libro “I 14 mesi”, Enzo Biagi (1920-2007) racconta la sua scelta di diventare partigiano, l’esperienza con la brigata Giustizia e Libertà e il valore della Resistenza. Un racconto personale e intenso che rivela l’origine del suo rigore morale e del suo impegno per la verità e la libertà.
Enzo Biagi (ph: Dagospia)
Giornalista e scrittore, Enzo Biagi nasce a Pianaccio, una frazione di Lizzano in Belvedere (Bologna) il 9 agosto 1920 e si spegne a Milano il 6 novembre 2007. Fin da giovane partecipa attivamente alla Resistenza diventando, nel dopoguerra, una delle voci più autorevoli del giornalismo italiano.
Fresco di matrimonio, all’inizio del 1944 Biagi si trova di fronte a un bivio: aderire alla Repubblica Sociale o diventare un partigiano. Sceglie la seconda opzione e in bici raggiunge i boschi per unirsi a una compagnia di sconosciuti che diventa la sua “seconda famiglia”: la brigata partigiana di Giustizia e Libertà. E questo ciò che si legge dalle pagine del suo libro del 2009 dal titolo “I 14 mesi – La mia resistenza”, a cura di Loris Mazzetti, edito da Rizzoli e ripubblicato nel 2025 da Chiarelettere (qui).
Giudicato troppo gracile per combattere, il suo comandante gli affida il compito di redattore unico del giornale partigiano “Patrioti”. Di questo giornale escono solo tre numeri prima che la tipografia venga distrutta dai nazisti. Nonostante la brevità di questa esperienza, Biagi considera quei “quattordici mesi” da partigiano come il momento più importante della sua vita, fondamentale per la sua etica nel lavoro e nella vita.
Il giornalista italiano riflette inoltre sul significato della Resistenza come inizio della Repubblica Italiana. Quei 14 mesi trascorsi con i suoi compagni gli resteranno impressi per tutta la vita, e ogni volta che gli tornano in mente prova l’orgoglio di chi è stato dalla parte giusta, quella che ha portato l’Italia alla conquista della libertà.
Nonostante il rispetto per tutti i morti, nel libro il giornalista sottolinea l’importanza di distinguere tra chi ha combattuto con Hitler e chi si è opposto al nazifascismo. Un anno dopo il suo “fatidico viaggio in bicicletta“, il giovane Biagi scende dalle montagne e annuncia alla radio la liberazione di Bologna. Insomma: sono stati questi i 14 mesi più importanti della sua vita, così come ha sempre raccontato ai suoi nipoti. (La redazione)
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