Sanremo è sempre più uno spettacolo televisivo

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Al Teatro Ariston di Sanremo sta per prendere il via la settantesima edizione del Festival della canzone italiana, una kermesse che ha sempre più a che vedere con lo spettacolo e l’intrattenimento che con la parola “musica” (intesa come arte e finanche come rappresentazione dell’industria musicale contemporanea).

Un evento televisivo amato o odiato, sbeffeggiato o incensato – a seconda dei casi – dalla gran parte degli italiani, soprattutto in quest’epoca “social” in cui il commento è immediato e alla portata di tutti.

Ciononostante “Sanremo è sempre Sanremo”, e chi fa musica lo sa benissimo che questa è soltanto una buona occasione per far parlare di sé e balzare agli onori della cronaca, per poi tornare – già dalla settimana successiva al festival – ad annaspare nel mercato discografico attuale.

Ecco quindi che per i cantanti in gara, altra brutta parola per chi ama davvero la musica, Sanremo non è altro che un momento per dire all’Italia tutta (o quasi) cose tipo “Oh, ci sono anch’io!” oppure “Eccomi, non ero andato in pensione, sono ancora qui”, mentre per il pubblico – quello che a casa avrà al massimo 10-15 cd tra “best of “e compilation varie – sarà il pretesto per sfoderare le proprie conoscenze musicali basandosi soprattutto sull’abbigliamento dei partecipanti. In attesa, ovviamente, del prossimo Sanremo. (La redazione)

Nel 1973 i genovesi Jet (foto in alto) parteciparono alla 23esima edizione di Sanremo con Anika Na-o

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