Decisamente un ascolto che avrei atteso in vinile questo esordio dell’artista abruzzese Amedeo Quagliarella in arte Riff Willer, che si presenta alla scena con un fare scontroso, a tratti acerbo e “ingombrante” che un poco richiama i toni retrò che artisti come L’Albero hanno celebrato in lungo e in largo negli ultimissimi tempi.
Siamo di fronte però a un suono che ai nostalgici richiamerebbero per bene i monolitici singulti di Lou Reed, quello sporco ferroso che troviamo in dischi di rivoluzione, dai Velvet fin dentro un certo mood dei Nirvana.
Dunque di rock liquido e periferico parliamo, di un grunge accennato e decisamente figlio di troppe compromessi nella forma e nel gusto, Riff Willer in questo Streets of Chance sicuramente ci regala – e sottolineo finalmente anche – un ascolto che rompe con le abitudini indie pop digitali e manifesta un bisogno di cultura più ampia ma sempre – e come biasimarlo d’altronde – retrò.
E se brani come I’m not Sleeping potevano alludere a una beatlessiana maniera, se non fosse per un drumming troppo industriale, brani come Tidal Wave sono inevitabilmente americani nelle intenzioni per quanto, Willer lo sa bene e si impegna in questa direzione, sfoggia una forma lirica per la sua voce che si rivolge con scarsa personalità a impronte inglesi sfacciate e riconoscibili. I Franz Ferdinand su tutto.
A chiusa lo shoegaze di Rusty Tracks ci teletrasporta dentro una California di attese in cui anche troviamo anche giovanissimi della scena come Johnny Casini e quel sound che Phil Manzanera conosce benissimo.
Esordio dunque di grandi prospettive, di scarsa personalità probabilmente, come dicevo, ma certamente testimone di un percorso intrapreso alla ricerca di sé stessi, e la voglia di trovarlo dove non batte un sole impoverito dalle mode. (Alessandro Riva)
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