Nicola Lotto con il disco “Si comincia così”

"Si comincia così" è un lavoro che potrebbe essere un ottimo inizio, un punto d’arrivo e un fiore all’occhiello del cantautore che si ritrova un piccolo gioiello grezzo tra le mani. Oltre a recensire il disco, abbiamo fatto due chiacchiere con Nicola Lotto.

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Nicola Lotto arriva con un nuovo lavoro discografico che vede la partecipazione straordinaria di Edda.

Il disco, intitolato Si comincia così, è un inno al cantautorato nudo e crudo, fatto di sensazioni primordiali e malinconiche, viscerali per molti versi e pieno di sorprese.

Un disco che riesce a elevare, seppur di poco, il livello cantautorale emergente perché sincero, rapido, diretto e consapevole.

Si comincia così potrebbe essere un ottimo inizio, un punto d’arrivo e un fiore all’occhiello del cantautore che si ritrova un piccolo gioiello grezzo tra le mani.

Nicola Lotto riesce a mettere nero su bianco le proprie emozioni offrendosi da specchio per tutti coloro che vogliono approcciarsi alla sua musica. Capacità sicuramente innata di un’artista sensibile e pieno di risorse che non si preoccupa d’apparire ma semplicemente d’essere.

Ogni brano racchiude un piccolo sentimento, una grazia, un soffio di calore che riscalda e lascia senza parole.

Si comincia così rappresenta per molti l’ennesimo disco uscito in un periodo non particolarmente propenso, per noi invece, potrebbe essere uno dei dischi più interessanti degli ultimi mesi in cui s’intravede un talento che dovrà essere valorizzato sicuramente in fase di produzione ma che siamo certi farà tantissima strada.

Nicola Lotto è da conoscere, da capire, da intuire e da tenere stretto al cuore, perché cantautori così non ne fanno più (come un qualsiasi boomer direbbe). Si comincia così è un nuovo inizio di cui siamo orgogliosi. Dal profondo. (Lorenzo D’Antoni)

Intervista a Nicola Lotto

Ciao Nicola, com’è stato lavorare a “Si Comincia Così”?
Divertente, ossessivo, estenuante.

È il tuo primo approccio a una carriera da artista solista, come ci sei arrivato?Dopo anni di band fare qualcosa a tuo nome, se ne hai pretese, è molto stimolante. Si è comunque sempre in gruppo perché con me hanno suonato dei musicisti (fra tutti Riccardo Bortolaso e Sabrina Contiero, violoncello e violino) che hanno contribuito grazie alla loro sensibilità. Senza considerare tutti gli ‘io’ che ci vivono dentro.

“Una Luce” vede la collaborazione di Edda, che rapporto vi lega? C’è una correlazione col brano?
Non l’ho conosciuto personalmente prima della scorsa estate. C’era e c’è da parte mia una grande stima nei confronti della sua musica e del suo percorso. L’abbiamo ‘agganciato’ quando la canzone era pressoché finita, a lui è piaciuta e mi ha regalato quel bellissimo inciso: “Hai mai pensato che sono un parasogno?” Su Edda inoltre posso aggiungere che non è semplice conoscere musicisti così umili e disponibili quindi è stato un piacere doppio.

Il prossimo 19 dicembre ti vedremo protagonista, insieme ad altri tuoi colleghi, del Vrec Music Virtual, come stai vivendo l’impossibilità di esibirti dal vivo?Come una cosa destinata a finire. Avevo 8 concerti di presentazione in programma, farò di tutto per poterli recuperare, se non succederà ci saranno altre porte, altri cieli. Il 19 dicembre intanto ci vedremo, sto scegliendo il vino!

Il tuo genere si discosta molto da quello che sembra andare in “heavy rotation”, ti spaventa o non è il tuo obiettivo?Mi spaventerebbe se fosse un genere da heavy rotation, che tra l’altro non so cosa voglia dire.Arrivare a un pubblico ampio è bello e gratificante ma non se è il tuo desiderio primario. Le strategie applicate alla composizione mi fanno venir la nausea e mi deprimono quasi più dei centri commerciali. Quando uscì il singolo, una notte in un bar, una ragazza molto giovane mi avvicinò dicendomi che le era davvero piaciuta la canzone. Lei appartiene alla generazione da conquistare se vuoi essere popolare ma non è questo l’obiettivo. Invece mi tengo stretto il suo complimento perché ha cercato, inteso. Nonostante il suo universo sonoro sia probabilmente costellato da altre sonorità, è riuscita a percepire la mia musica per quello che è: un richiamo.

Hai già progetti per il futuro? A quando un primo album?

Ho 10/11 canzoni già finite per quanto riguarda la struttura, lo scheletro. Devo capire come voglio farle suonare, potrei fare un disco di sola chitarra e voce, esile. O potrei proseguire negli arrangiamenti con gli archi, emozionale. Un album arriverà, ma non so dirti se tra mesi o millenni.

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