Pompeii, sesto album di Cate Le Bon, è stato scritto e registrato in un momento di disagio e solitudine della vita dell’artista gallese, che lei definisce “una distorsione temporale”.
Ho composto il nuovo lavoro in una casa in cui ho vissuto 15 anni fa, lottando con l’esistenza, le mie rassegnazioni e la fede. Mi sono sentita colpevole di disordine ma mi sono difesa dai sensi di colpa imposti dalla religione e dal peccato originale.
Cate Le Bon
Cate Le Bon, all’anagrafe Cate Timothy, è uno dei grandi nomi della scena indipendente contemporanea, capace di rivaleggiare con colleghe del livello di Mitski, Angel Olsen e Sharon Van Etten.
Nativa del Carmarthenshire, la cantautrice del Galles ha iniziato la sua carriera nel 2008 incidendo per label di culto come Wichita, Drag City e ora Mexican Summer.
Pompeii arriva a tre anni di distanza da Reward, uscito nel 2019 per Mexican Summer e nominato al prestigioso Mercury Award come miglior album dell’anno. I nuovi brani nascono dalla passione di Cate Le Bon per l’arte classica e i temi religiosi, o meglio divini. Una pandemia globale e gli eco-traumi che subiamo quotidianamente hanno portato Cate a chiedersi “quale sarebbe il tuo ultimo gesto, cosa faresti prima della fine?”.
Scritto principalmente al basso e composto da sola durante un momento di isolamento forzato, Cate Le Bon ha suonato tutti gli strumenti (tranne batteria e sassofono suonati da Stella Mozgawa e Euan Hinshelwood) e registrato il disco a Cardiff, con il solo aiuto del collaboratore di lunga durata Samur Khouja.
Pubblicato il 4 febbraio 2022 da Mexican Summer, Pompeii è probabilmente uno dei lavori discografici più intensi e intimi dell’artista gallese. (La redazione)
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