Edoardo Bennato ristampa «La torre di Babele»

Per la prima volta viene ristampato, in versione rimasterizzata, «La torre di Babele» di Edoardo Bennato. L’uscita dell’album è accompagnata da 16 brani live del ’76 e ’77.

A 45 anni dalla sua pubblicazione, venerdì 8 ottobre 2021 esce in versione rimasterizzata La torre di Babele di Edoardo Bennato.

Ad accompagnare i nastri originali rimasterizzati del capolavoro cult della discografia italiana, ci sarà anche un disco inedito di Bennato contenente 16 brani registrati dal vivo tra il 1976 e il 1977.

Con l’uscita de La torre di Babele, nel 1976, il musicista, cantautore e rocker partenopeo delinea i suoi tratti artistici somatici diventando, per la scena italiana, il punto di riferimento dell’anticonformismo musicale e ideologico.

Con La torre di Babele volevo provare a spiegare il senso biblico di un’umanità cieca nella sua rincorsa alle armi, tale da arrivare a sfidare la divinità stessa in un escalation incontrollata e incontrollabile.

Gli uomini arrivarono a concepire di costruire un torre talmente alta da arrivare al cielo e a Dio. In copertina disegnai l’umanità dedita alla guerra, un immaginario scatto fotografico della famiglia umana e la sua innata propensione bellica.

Si parte dall’uomo di Neanderthal in basso a sinistra e poi man mano che ci si sposta da sinistra a destra e dal basso verso l’altro, le armi diventano sempre più sofisticate.

È un’immagine che rappresenta il concetto biblico della Torre di Babele, con gli uomini determinati a sfidare la natura e Dio stesso, che alla fine li punì per questa loro presunzione.

Tutti i brani di questo disco seguono un filo conduttore ben preciso e riflettono la mia posizione in contrapposizione ad ogni forma di conflitto.

Avevo intuito il modo migliore per descrivere i mali della società era quello di ridicolizzarli ed è per questo che le varie canzoni trattano in modo provocatorio e ironico i vari argomenti legati alla guerra e all’odio tra i popoli che non riescono a comunicare tra loro e quindi sentono l’esigenza di confrontarsi con la forza.

Edoardo Bennato

La torre di Babele usciva in un’epoca storica caratterizzata da inquietudini sociali, dalla manifestazioni studentesche animate e da uno stato di instabilità politica, alle porte degli Anni di Piombo.

Di grande valore storico e narrativo sono le registrazioni inedite realizzate tra il 1976 e il 1977, in compagnia del bluesman italiano, Roberto Ciotti, e con il percussionista e cantautore Tony Esposito, recuperate da Edoardo e dal fratello Giorgio Bennato, che accompagnano la nuova edizione de La torre di Babele.

Nel mio percorso musicale mi sono spesso circondato di grandi chitarristi, forse perché personalmente non sono mai stato un grande virtuoso. Lucio Bardi, poi nel 1976-77 Roberto Ciotti, il più grande bluesman italiano.

Ricordo che con Lui fummo invitati al Festival di Montreaux: io suonavo chitarra, tamburello a pedale e armonica, mentre Roberto suonava la chitarra. Fu un’esperienza pazzesca e molto formativa per noi. Il prestigio di esibirsi in una cornice così importante.

Non tutti comprendevano la lingua italiana dei testi delle canzoni, ma il nostro modo di suonare era spettacolare e coinvolgeva tutti, anche gli stranieri. Quella cosa mi aprì le porte dell’Europa e negli anni successivi riuscì ad esibirmi in grandi Festival ed addirittura negli stadi in Svizzera, Germania ed Austria. Sono sempre stato circondato dagli amici del cortile di Bagnoli.

Non ho mai avuto manager ufficiali e rappresentanti istituzionali del mondo discografico, sicuramente perché ho sempre saputo che avrei dovuto interagire con persone fidate, data la mia natura artistica che è sempre stata quella di andare contro corrente.

Le case discografiche, un manager nel senso più classico del termine non avrebbero mai approvato le mie decisioni. Questo aspetto piaceva molto a Fabrizio De André, che come me non ha mai avuto un grande rapporto con l’establishment discografico. Amava il nostro spirito ed il modo con cui affrontavamo questo mestiere.

Edoardo Bennato

La copertina de La torre di Babele rappresentava la progressione dell’uomo nella sua ricerca e costruzione delle armi in tutta la sua fase evolutiva; “costi quel che costi”, come canta Bennato, gli uomini dovevano costruire una torre che arrivi fino al cielo per sfidare l’entità divina e dimostrare la superiorità dell’uomo “su ogni altro animale”. (La redazione)

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