La prima biografia autorizzata di Manu Chao

Si intitola «Clandestino – Alla Ricerca di Manu Chao», la biografia dell’artista francese scritta dal giornalista Peter Culshaw.

Clandestino – Alla Ricerca di Manu Chao, la prima biografia autorizzata di Manu Chao, scritta dal giornalista inglese Peter Culshaw che ha seguito Chao per cinque anni durante i suoi viaggi.

Una storia che parte nei bassifondi di Parigi, per allargarsi in Colombia fra narcos e guerriglieri, e poi in Messico dal Sub Comandante Marcos, a Londra con Joe Strummer, fino al caldo G8 genovese a fianco di Don Gallo, per poi volare in Brasile, a Napoli per cantare con Maradona o in Argentina con i pazienti di Radio Colifata, in Spagna, Senegal, ancora e ancora, fino ad oggi.

Ma il libro non ripercorre solo la storia della Mano Negra, di Manu Chao solista, dei suoi viaggi, delle collaborazioni, l’impegno sociale e le lotte politiche, racconta anche l’uomo e le vicende personali che hanno formato l’artista di oggi.

Vengono svelati, infatti, retroscena politici, musicali e privati, come le richieste politiche dell’allora Ministro dell’Interno Scajola prima dei fatti di Genova, la rocambolesca genesi di Clandestino, inciso inizialmente con arrangiamenti per musica elettronica, fino alla crisi profonda che ha messo in discussione anche l’esistenza stessa di Chao.

Pubblicata in Italia da Castello Editore, nella collana Chinaski diretta da Federico Traversa, Clandestino – Alla Ricerca di Manu Chao non è sicuramente una biografia scritta e pubblicata velocemente, ma un resoconto dettagliato ed entusiasmante di uno degli artisti più iconici del nostro tempo, un tipo diverso, inafferrabile, tanto fedele al proprio spirito quanto lontano dalle politiche commerciali che oggi governano il mercato discografico.

Peter Culshaw è stato descritto da Malcolm McLaren come “l’Indiana Jones” della world music. La sua lunga collaborazione con The Observer, il Telegraph e la BBC Radio l’ha portato alla ricerca della musica più incredibile, dall’Africa alla Siberia, dall’Amazzonia all’America Latina. Come musicista ha registrato con membri del Buene Vista Social Club e l’orchestra di Bollywood. (La redazione)

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